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Gruppo: Zafferano

Il vostro gruppo prende il nome dalla Cannella, una spezia dal profumo delizioso, e dalla storia millenaria. Laa cannella era già citata nella Bibblia. ed era stata importata in Eurpoa durante il medioevo. Viene usata in cucina ma anche per le sue proprietà medicinali.

Spero che la cannella ispiri al vostro gruppo dei diari intellettualmente stimolanti e pieni di idee. Buon lavoro!

Scrivete un commento per "postare" i vostri diari qui sotto, entro le ore 17:00 del giorno che precede la nostra lezione

9 thoughts on “Gruppo: Zafferano

  1. Fako

    Il personaggio, penso che si chiami Silvestro, è in Sicilia e diretto alla citta in cui lui è cresciuto, forse a Siracusa, forse a Messina, penso che sia Messina. Lui è in viaggio verso la meta di trovare la sua mamma ma penso che anche la meta di ritrovare la sua infanzia e la sua gioventù. L’affermazione “non c’è formaggio come il nostro” è d’importanza particolare perché lui non è stato in Italia da quindici anni. Secondo me, ogni volta che lui dice questa frase, lui prova a convincersi che quest’è vero e lui prova a ritrovare la verità di questa frase attraverso le connessioni che lui fa con le altre persone nella stazione del treno. Io penso che questo romanzo sia una storia sul processo di riscoperta della cultura di Silvestro, quindi l’affermazione serve per individuare il suo cibo e la sua cultura. Attraverso questa frase, lui prova a essere parte della cultura di nuovo e di stare insieme a tutte le altre persone nella stazione, ma la frase serve anche per attirare attenzione di tutti gli altri. Nel quarto capitolo, le arance servono per raccontare la storia dei venditori che non riescono a venderle quindi non possono comprare il pane, e i padroni, pagano solo con arance. La storia è molto ironica perché queste persone viaggiano tanto per vendere cibo in modo che possano ottenere più cibo e quest’ironia serve per mostrare la situazione economica di queste persone. Le aringhe e la madre sono parallele in modo che ambedue rappresentano un mondo tradizionale e senza cambiamenti. Sebbene lei cucinasse le aringhe in forme diverse, lei mangiava sempre lo stesso. “Cucinavo per voi e vostro padre, ma per me era questo il mio mangiare: aringhe l’inverno, peperoni arrostiti l’estate, molto olio, molto pane…” (Vitto). In questo modo parlare delle aringhe, per l’autore, è come parlare di sua madre, sempre mangiava lo stesso e non cambiava mai. Anche all’inizio quando lui arriva alla casa, lui nota che lei non sembra molto diversa da quindici anni fa. “Era questo mia madre: il ricordo di quello che era stata quindici anni prima, venti anni prima quando ci aspettava al salto dal treno merci, giovane e terribile, col legno in mano; il ricordo, e l’età di tutta la lontananza, l’in più d’ora, insomma due volte reale.” La madre e le aringhe formano parte di quello che lui chiama “reale due volte” o la “quarta dimensione”.

    Domande:
    1. Perché lui viene a trovare la sua mamma dopo tanti anni?
    2. Lui ricorda veramente tutte le cose che dice di ricordare o semplicemente dice di si? Questo fatto è importante nella storia?

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  2. Lorenzo Carlisle

    Questo racconto “Conversazione in Sicilia” racconta la storia di un uomo che prova di fare una connessione mancante nella sua vita da viaggiando alla casa della sua madre. Silvestro è Siciliano, ma non agisce come un Siciliano nel modo in cui lui tratta il cibo e nel senso che non ha un buon legame con la sua famiglia siciliana, specificamente la sua mamma. Silvestro sta provando di capire la sua storia attraverso conversazione con la sua mamma.
    Per me, l’affermazione “Non c’è formaggio come il nostro” rivela il falso senso di Silvestro della sua identità culturale. Silvestro finge di orgogliosi di un formaggio e una cultura del cibo di cui sa davvero nulla.
    La storia che viene raccontata nel cap. IV parla dello stato finanziario delle cose in Sicilia, e rafforza ancora più la mancanza di comprensione di Silvestra per le sue radici. L’uomo con la bambina ha problemi con vendere arance, e Silvestro non capisce bene.
    Le aringhe sono un simbolo della madre perché attraverso le aringhe, Silvestro comincia a ricordare la sua infanzia e fa le connessioni: “…respiravo l’odore dell’aringa, e non mi era indifferente, mi piaceva, lo riconoscevo odore dei pasti della mia infanzia” (180-181). Poi le aringhe lo ricordano del suo padre, e questo diventa il momento forse più importante del testo. La mamma di Silvestro non ha nulla positiva di dire sul suo padre, ma mille cose buone di dire sul suo padre. È molto interessante e forse un segno che lei fu insegnata a rispettare gli uomini della sua famiglia senza conoscere la verità nello stesso modo in cui Silvestro ha rispetto per il suo padre senza sapere la verità come viene rivelato dalla sua madre.

    1. Perché Silvestro ricorda così poco della sua infanzia? Cosa significa questo dire della sua educazione?

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  3. Mike

    “Conversazione in Sicilia”

    La questione di cos’è lo scopo del viaggio di Silvestro in Sicilia è molto interessante perché possiamo vedere chiaramente che esiste una meta precisa nella mente del narratore ma essa mai viene specificata in termini diretti. Sappiamo che lui ha uno scopo preciso perché riflette continuamente sul significato di quello che vede e del viaggio in generale. Per esempio, quando raggiunge la città in cui vive sua madre riflette “questo era il più importante nell’essere là, non aver finito il mio viaggio; anzi, forse, averlo appena cominciato.” Secondo me, lo scopo del viaggio è molto legato alla lettera che il narratore ha ricevuto da suo padre che spiega come ha lasciato sua madre. Io direi che è difficile per Silvestro riconciliare questo avvenimento con quello che si ricorda dalla sua infanzia in Sicilia con la famiglia. Quindi ha deciso di andarci e provare a capire meglio la sua vita precedente.

    Secondo me, il significato dell’affermazione “non c’è formaggio come il nostro” ha a che fare con l’idea ricorrente che la realtà della vita in Sicilia è molto diversa da come Silvestro la ricorda. Dapprima, quando il narratore dice questa frase sembra di essere un’espressione di un sentimento di solidarietà. Ma poi vediamo che i siciliani non mangiano il formaggio quasi mai. Quindi, è evidente che c’è una certa dicotomia tra la realtà della vita in Sicilia e quello che il narratore ricorda.

    Questa idea è anche molto presente nella discussione tra Silvestro e sua madre. Silvestro si ricorda un passato molto felice mentre sua madre gli rammenta tutti gli aspetti brutti della sua vita in Sicilia. Per esempio, lui si ricorda l’aringa, i peperoni e le lenticchie ma ha dimenticato completamente la necessità di mangiare le cicale e le chiocciole. Inoltre, ha dimenticato il modo in cui suo padre piangeva sempre. Io direi che questa memoria censurata può essere la "quarta dimensione" che viene menzionata tante volte.

    Domande:
    • Qual è il significato della frase “non mi era indifferente esserci?” Perché viene ripetuta tante volte?
    • Com’è rappresentato il ruolo della donna in questo libro?

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  4. Mike

    “Risotto Patrio. Rècipe”

    La cosa che mi ha colpita di più quando ho letto questa ricetta è la specificità con cui Gadda descrive il processo di preparare un buon risotto alla milanese. Per esempio, proprio all’inizio del saggio Gadda spiega che si deve usare un “riso di qualità, come il tipo Vialone, dal chicco grosso e relativamente più tozzo del chicco tipo Carolina, che ha una forma allungata, quasi di fuso.” Questo livello di specificità è molto interessante perché l’autore era un ingegnere. Infatti, la sua ricetta non è soltanto una guida alla cucina. Anzi è una serie di istruzioni precise per riprodurre un risultato esatto. Quindi questa ricetta è molto simile ad un processo scientifico. Può essere che questo tono scientifico sia una conseguenza del modo in cui l’autore considera il cibo e la cucina in generale.

    Un’altra frase che trovo molto interessante è “rapitoci il vecchio rame, non rimane che aver fede nel sostituto: l’alluminio.” Sembra che l’autore lamenti la scomparsa degli arredi di cucina fatti da rame. Nello stesso paragrafo, quando Gadda descrive il recipiente ottimo per fare il risotto esprime lo stesso sentimento nella frase “la vecchia e pesante casseruola di cui da un certo momento in poi non si sono più avute notizie: prezioso arredo della vecchia, della vasta cucina.” Può essere che lui lamenti le innovazioni moderni che spesso sono più economiche ma anche meno funzionali. È interessante che abbia scelto di esprimere questa opinione nel mezzo di una ricetta per il risotto.

    Domande:
    • Il risotto ha un significato culturale saputo da tutti?
    • Perché discute il burro tanto?

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  5. Fako

    Risotto Patrio

    Il Risotto Patrio è un tipo di ricetta con commentari dell’autore, è come un racconto di come prepara il piatto con spiegazioni, storici e anche un po’ spirituali, di perché si devono fare alcune cose. Il testo non è proprio né una ricetta né un racconto, però attraverso il testo impariamo un po’ dell’orgoglio culturale dell’autore e impariamo dei dettagli del tipo di burro e riso per esempio. I destinatari del testo sono le persone che prepareranno il piatto, penso che sia un testo scritto per una persona con un po’ più d’esperienza con il risotto perché le istruzioni sono un po’ generale ed insegna come migliorare la tecnica del piatto con ingredienti più precisi e costosi. Linguisticamente, il testo è molto poetico e raffinato. Penso che a volte parli del risotto come se fosse un oggetto sacro e religioso e questo mi sembra molto interessante. Alcuni termini tecnici in cui si vede la raffinatezza sono “spogliati del pericarpo”, “soffrire di codesto modico apporto butirroso-cipollino”, e “debitamente remunerato a cose fatte, a festa consunta”. Io penso che un tema ricorrente nel testo sia il tema della precisione e dell’onore a gli origini degli ingredienti e della ricetta. Attraverso il riso Vialone, il manzo, il chicco, il burro, e l’insieme di tutti questi ingredienti, il piatto è reso sacro e patrio. La religiosità e la poesia di questo testo sul risotto alla milanese, dipende sul senso di patria e orgoglio delle cose che lo fanno perfetto.

    Domande:
    1- Qual è il significato di questo piatto nella vita e la cultura dell’autore?
    2- Non possiamo trovare la risposta a questa domanda nel testo ma, come si sente l’autore quando mangia il risotto alla milanese, perché a lui è cosi importante prepararlo bene?

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  6. Lorenzo Carlisle

    Risotto Patrio

    In questa storia, Gadda prende una ricetta e la fa sembrare un brevetto per invenzione. Questa non è una sorpresa dato che Gadda è un ingegnere. Lui è deliberato nella sua spiegazione del preparato in di risotto, e usa frasi specifiche, come "riso di Qualità, giunto il tipo Vialone, dal chicco grosso e relativamente Più tozzo del chicco tipo Carolina" per rendere il lettore riconoscento del valore di risotto.

    Gadda, ancora una volta, è un ingegnere ed è orgoglioso del suo mestiere. Perché risotto rappresenta patrimonio italiano e la natura sacra di cibo semplice, si può vedere questo racconto come Gadda parlando per il suo senso di rispetto per la sua casa. Lui scrive la ricetta senza l'organizzazione che si vede in una ricetta tipica, e trovo che sia così perché lui sta scrivendo per gli italiani che già sanno come fare il risotto. Cerca di perfezionare il processo di fare il risotto, e allo stesso modo perfezionare la sua cultura già meraviglioso.

    Domande
    Pensate che lui mangi il risotto o che si preoccupa costantemente di come potrebbe essere meglio? Come funziona questo collegamento per il suo apprezzamento per il suo patrimonio italiano?

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  7. Fako

    Nel capitolo “Il Museo dei Formaggi”, la formaggeria, come lui la chiama, è definita come un museo perché il negozio presenta i formaggi pieni di storia, di cultura, di civiltà, e d’identità. Ogni formaggio ha la sua storia, e la sua connessione all’umanità, in questo modo può essere un museo. Il negozio è anche definito come un dizionario e un’enciclopedia. Il senso dominante nel racconto è la disperazione di trovare un formaggio con cui lui si possa indentificare. C’è anche in senso di confusione e sopraffazione quando lui vede tanti tipi di formaggio e non li capisce, non può concepire cos’è ogni formaggio. Alcune espressioni che descrivono la situazione sono “l’ordinazione elaborata e ghiotta che aveva intenzione di fare gli fugge dalla memoria” e “il Signor Palomar, visitandolo sente, dietro ogni oggetto esposto la presenza della civiltà che gli ha dato forma e che da esso prende forma”. Il Signor Palomar ha un rapporto molto confuso e intricato, ma reciproco con il formaggio. Secondo lui, il formaggio deve scegliere lui, e ogni formaggio aspetta il suo cliente attraverso un processo di granulosità o di abbandono. Non sono sicura della sfida che lui propone in questo racconto, ma penso che forse sia quella di trovare il nostro formaggio e di provare a creare il rapporto di cui parla il personaggio. Nel secondo racconto, il rapporto tra corpo e cibo è, secondo il Signor Palomar, categorizzato dalla civiltà e lo sviluppo della società. “Un’avidità senza gioia né gioventù li spinge: eppure un legame profondo, atavico esiste tra loro e quei cibi, consustanziali a loro, carne della loro carne.” Il cibo diventa un segno della cultura e della civiltà perché attraverso la forma di mangiare e di prendere o trovare il cibo, ci mettiamo sopra gli animali e prendiamo controllo sopra il resto della terra. I ruoli di tutti gli animali, e anche il nostro, dipendono di questa scelta che noi abbiamo fatto. Palomar si può descrivere come un uomo di pensieri molto esistenziali che prende troppo tempo per analizzare il mondo che lo circonda ma non abbastanza tempo da godere le cose (il cibo) belle e deliziose.

    Domande: Qual è il ruolo delle onde nella storia? Cosa fa nella storia questo racconto? Pensate che Palomar sia troppo preoccupato con capire tutto? Lui è felice così?

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  8. Mike

    “Il museo dei formaggi” e “Un chilo e mezzo di grasso d’oca”

    Nel capitolo “Il museo dei formaggi,” il negozio viene definito un museo perché ogni tipo di formaggio ha una storia lunga che ha a che fare con l’umanità, la natura e la civiltà. Il narratore spiega che “il signor Palomar vistitandolo sente, come al Louvre, dietro ogni oggetto esposto la presenza della civiltà che gli ha dato forma e che da esso prende forma.” Io trovo affascinante l’idea che il cibo e la civiltà si danno forma a vicenda. Non è molto comune considerare come ci siamo stati influito dal nostro cibo, ma non si può negare il ruolo del cibo nel sviluppo delle civiltà. Per esempio, non è possibile costruire una città senza l’agricoltura e l’allevamento degli animali. Infatti, è possibile studiare tutta la storia dell’umanità attraverso quello che mangiamo.

    Un altro elemento di questi racconti che ho trovato molto interessante è la relazione tra la narrazione e il tempo. La maggior parte dei racconti è composta delle riflessioni e dei pensieri di Palomar riguardo a quello che vede. Infatti, sembra che tutti gli avvenimenti raccontati succedano tra qualche minuto mentre lui fa la coda. Questa relazione tra la narrazione e il tempo aggiunge una certa distanza tra Palomar e il mondo che osserva. Il fatto che lui fa la coda aggiunge a questo senso di distanza perché è un’azione passiva. Palomar non prende parte attiva nei racconti e quindi è un po’ staccato dalla scena che osserva. Io direi che Palomar è un intellettuale che cerca di capire le cose quotidiane in un contesto filosofico.

    Domande:
    • Chi è il narratore? Come sarebbero diversi questi racconti se fossero narrati in prima persona da Palomar?
    • Come dobbiamo interpretare il fallimento della memoria di Palomar alla fine di “Il museo dei formaggi?”

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  9. Lorenzo Carlisle

    In “Il Museo dei Formaggi” la formaggeria è definita un museo perché ogni tipo di formaggio, come le opere d'arte in un museo, racconta una storia della civiltà che lo ha generato. Attraverso questo testo Palomar sente che dovrebbe apprezzare i formaggi in modo più raffinato. Lui aspira a trovare il suo posto in questo elegante sistema, ma i suoi desideri sono molto semplici. Penso che Calvino sfidi il lettore in questo testo per vedere attraverso gli spettacoli elaborati e prendere le cose troppo ornate con un certo scetticismo. Presto nel testo Palomar ha un dibattito interno tra accontentarsi di formaggio come la maggior parte delle persone sarebbe, o per trovare il suo unico formaggio perfetto: "... quella che tende a una scelta assoluta, all'identificazione del formaggio il che solo e suo , Un formaggio che certamente esiste anche se lui ancora non sa riconoscerlo ". Molte persone entrano in un negozio con la speranza che sanno che cosa stanno parlando - qui Calvino commenti su questo. Dopo, in uno specifico paragrafo, Calvino sottolinea l'eccessivo della formaggeria rendendo notevolmente lunghe liste delle classifiche di formaggio.

    “Un Chilo e Mezzo di Grasso D’Oca” illustra il rapporto tra il corpo e il cibo: “Eppure il nome, la visione, l’idea lo attraggono, risvegliano un’istantanea fantasticheria non tano della gola quanto dell’eros: da una montagna di grasso d’oca affiora una figura femminile, si spalma di bianco la pelle rosa, e già lui immagina se stesso facendosi largo verso di lei tra quelle dense valanghe e abbracciarla e affondare con lei.” Palomar vive all'interno della sua mente, e ha molto immagini mentali vivide e ridicole. il narratore qui utilizza le osservazioni di Palomar di persone in fila in attesa per la carne di commentare come le persone agiscono in società.

    Domande:
    1.Perché questo libro è intitolato "Palomar fa la Spesa"? Che, nel caso di questo libro, vuol dire fare la spesa?
    2.Quando andate in un negozio di specialità, avete la sensazione che dovreteagire come siete estremamente elegante, raffinate persone?

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