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Gruppo: Rosmarino

 

Il vostro gruppo prende il nome di Rosmarino. Il rosmarino ha una storia antica e molto interessante. Per gli antichi romani era simbolo di eternità e si diceva che il supo profumo contenesse l'anima della terra. Si pensava anche che il suo odore risvegliasse l'amore e che avesse un potere afrodisiaco. Spero che il rosmarino ispiri al vostro gruppo dei diari intellettualmente stimolanti e pieni di idee. Buon lavoro!

Scrivete un commento per "postare" i vostri diari qui sotto, entro le ore 17:00 del giorno che precede la nostra lezione

14 thoughts on “Gruppo: Rosmarino

  1. Anna

    Questa lettura è difficile per me da capire, perché non c’è ancora trama, personaggi, e non capisco ancora molto bene che cos’è il cibo futuristo.
    Io credo che pagine 6, quando il ristaurante fa l’annuncio che non usano più la pastasciutta, invece usano il riso, ci aiuta a sapere che tipo di direzione il “cibo futuristo” va andare. Credo che sono “contro la pastasciutta” perché, come dicono, “è una vivanda passatista perché appesantisce, abbruttisce, illude sulla sua capacità nutrtitiva, rende scettici, lenti, pessimisti.” Non capisco esattamente che cosa vuole dire “un cibo pessimista”, ma ovviamente credono che la pastasciutta è un cibo pessimista, e il riso, invece, è un cibo “ottimista”.
    Io crede che questo testo prova a categorizzare il cibo come arte, che è un concetto molto popolare oggi. I nomi dei cibi del ristaurante sono esempi del cibo come arte, “pioggia di zucchini filati” sembra come un titolo di un’opera d’arte.

    Quali altri cibi sarebbe classificate come cibi “ottimisti” o “pessimisti”?

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  2. Enrico

    Questo documento descrive la necessità di fare dei grandi cambiamenti nella cucina italiana. Sembra di essere scritto durante gli anni ’30, quando il movimento di futurismo stava diffondendo in tutta Italia, e rappresenta l’influenza di futurismo nella cucina. Secondo queste idee, è vietato mangiare la pastasciuta perchè è troppo tradizionale, troppo pesante, e non induce passione nel mangiatore. Secondo loro, è molto cattivo per la salute mangiare un cibo con poco valore nutrietiva così spesso. L’idea d’abbandonare la pasta è molto radicale per Italia, dove la maggioranza delle cene coinvolge qualche tipo di pasta. Il movimento promuove le porzioni più piccole, gli odori diversi, e soprattutto l’originalità delle vivande. Molti dei pasti futuristi non sono deliziosi, ma invece mettono insieme ingredienti strani. Il fuoco del movimento è sull’esperienza di mangiare, non solo sui cibi. Per esempio, non si permite l’utilizzo degli utensili affinchè si possa sentire il cibo con le mani e la faccia. Il movimento propone anche l’utilizzo di macchine moderne e scientifiche per cucinare il cibo.
    Domande: Questi pasti stranissimi erano davvero populari ad un certo tempo? C’erano delle scope politiche per questo movimento? La pasta è davvero cattivo per la salute?

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  3. Noah

    “Manifesto cucina futurista” di Filippo Marinetti mi ha fatto vedere che il futurismo esiste nel ogni aspetta artistico. Conosceva il “manifesto futurista”, pure di Marinetti, e le sue fedi, cioè, il movimento, la velocità, le macchine, il nazionalismo, ecc. Inoltre, l’arte di futurismo, ossia le sculture come “forme uniche della continuità nello spazio” e i quadri, erano conosciuta. Però, non mi è venuto in mente che questo movimento potesse avere una espressione con gli altri sensi, e, in questo caso, il gusto. L’arte sempre esprime bene le concezioni sociali; attraverso la storia, l’arte è uno specchio per la cultura. Tuttavia, il cibo mi sembra più statico e storico, e non è una cosa che cambia rapidamente con i capricci della società. Eppure, se si crede Marinetti che “si pensa si sogna e si agisce secondo quel che si beve e si mangia,” fa senso che un movimento come il futurismo proverebbe a cambiare anche questo.

    Sebbene che il futurismo sia concentrato sul la velocita e il moto, la cucina futuristica non può essere così e deve trovare altri aspetti del movimento con cui può definirsi. Quindi usa l’originalità e l’avanzamento nel cibo ai danni della storia delle ricette. Ad esempio, le vivande vengono nelle porzioni piccole, e il processo di mangiare incorpora tutti i sensi con la musica e il profumo. Questi cambi sono al contrario al cibo italiano in generale; il centro del un pasto sono le porzioni grandi, e il processo di mangiare è isolato. Si mangia prima, si parla dopo.

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  4. Sabrina

    Da queste pagine, il Manifesto della Cucina Futuristica ha multipli intenti. La più ovvia, comunque, è il passaggio di una industria centralizzato nella pastasciutta a una più concentrata sul riso. Il autore dice: “l’abolizione della pastasciutta libererà l’Italia dal costoso grano straniero e favorirà l’industria italiana del riso”. Per fare questo, il Manifesto si focalizza sui aspetti negativi della pastasciutta, che include: gli effetti avversi sulla salute, mangiare cibo di qualità superiore, e instituire un “rinnovamento totale della cucina” italiana.
    “Contro la pastasciutta” è un tema centrale di questo testo. Secondo me, la ragione principale dietro di questo rifiuto ha a che fare con la critica del recente accento sul volume quando riferendosi alla pastasciutta. Alcuni esempi testuali che mi ha aiutato identificare le ragioni includono:
    • “La cucina futuristica sarà liberata dalla vecchia ossessione del volume e del peso e avrà, per uno dei suoi principî, l’abolizione della pastasciutta.”
    • “Nel mangiarla essi sviluppano il tipico scetticismo ironico e sentimentale che tronca spesso il loro entusiasmo.”
    • “La pastasciutta è un alimento che si ingozza, non si mastica.”

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  5. Anna

    Ho notato che la lingua utilizzata nel descrivere i pranzi futuristi è molto violenta e belligerante. Questo è molto più ovvio nella lettura per lunedì, quando il menu consiste di “sangue di bacco”, “ruotelle tempiste”, “pioggia di zuccheri” “lacrime del dio”. Il pranzo di questo capitolo ha lo stesso modello, “ultravirile” è un esempio perfetto di un cibo molto maschile, virile, e caratteristico del futurismo.
    Il primo pranzo è molto formale, con 14 piatti, cibi nuovi e fututirstici (carneplastico, per esempio). Il pranzo di nozze è un disastro, con un “cacciatore maniaco” che gli serve lepri e pernici cotte nel vino drogato. Stranissimo! E poi, il pranzo dinamico dopo che il dottore è ridicolizzato e esce dalla cena, il menu è molto “futuristico” con riso, riferimenti agli automobili, e riferimenti alle bombe. Il pranzo tattile è molto interessante anche perché parla dei sensi. Tutti i pranzi sono relazionato agli idei di “futurismo” che abbiamo discuto in classe.
    Il pranzo del nozze mi ha colpito perché è molto strano, ed anche non ho capito esattamente cosa è l’obbiettivo del pranzo, di questo capitolo.
    I termini più importanti sono forse i termini che sono relazionati agli idei futuristici, come cose belligerante, virile, violenti, e moderni. Il ruolo dei sensi è interessante, perché parla del cibo ma non parla del sapore, parla del tattile.

    Perché lui ha scelto questi quattro pranzi?
    Cosa dirà lui al “uomo normale” di Italia?

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  6. Noah

    Il secondo gruppo delle pagine che abbiamo letto da “il manifesto della cucina futurista” ha delineato le idee di Marinetti. Ci sono ancora le teme centrale di futurismo, cioè, la velocità, l’innovazione, e la modernità. Però, appaiono anche qualche teme con più forza, e le vivende diventano più strane. Ad esempio, l’aerovivanda è il quarto piatto mentre il carneplastico è il sesto. Questi piatti sembrano le fantasie, tipi di scherzi. Comunque, i sostenitori di futurismo affermano che il movimento è significo. “La data del quale rimarrà impressa nella storia dell’arte cucinaria—dice il redattore Dott. Stradella—come… le date della scoperta dell’America, della presa della Bastiglia”. Il valore del questo modo di mangiare è che crea dei sovrumani. Le pillole, per esempio, procurano tutto il nutrimento “adatto ad una vita sempre più aerea e veloce”, mentre i pasti nutrono i sensi.

    Le ultime pagine intitolate “pranzo tattile” mi sembravano stranissime. La necessità di un’esperienza tattile cambia il pranzo da un pasto normale a un evento fantasistico ed eccessivo. Il pranzo usa tutti i cinque sensi, ma al costo di buonsenso. Mi pare che Marinetti avesse sposato da un modo di mangiare applicabile e innovativo a un tipo da una costruzione teorica.

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  7. Sabrina

    Fin dall’inizio di questo testo, una cosa che ho trovato molto interessante era che dopo ogni piatto ha usato il termine “formula” invece di ricetta. Simile alla lettura precedente, questo dimostra l’importanza attribuita all’innovazione quando si parla di cibo futurista. Per lui, questo movimento è un’incorporazione della tecnologia che i nostri intellettuali hanno inventato. Per esempio, lui dice che “Nel manifesto della cucina futurista si parla con precisione della necessità di servirsi dell’elettricità e di tutte le macchine che perfezionano il lavoro dei cuochi”. Non solo enfatizza l’uso di strumenti tecnologici in questo movimento, ma anche la conoscenza avanzata che abbiamo sulla nutrizione. Con le pillole, per esempio, si può calcolare rigorosamente esattamente quanto apporto calorico una persona beneficia e la composizione di nutrienti in ogni pasto. Alcuni termini tecnici che l’autore usa per comunicare il suo messaggio includono:
    - polpetta cilindrica (questa descrizione di cibo con i termini tecnici)
    - scavare nella schiena del volatile una capace cavità…
    - immerso in una soluzione concentrata di caffè espresso (le ricette come “formule”)
    Infine, l’autore chiarisce che il gusto non è l’unico senso che importa quando si parla del cibo. Lui scrive: “Futuristicamente mangiando, si opera con tutti e cinque i sensi: tatto, gusto, olfatto, vista, udito” e che la sensazione “prelabiale” è così importante come il proprio atto di mangiare.

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  8. Enrico

    Il linguaggio usato per descrivere ogni vivanda delle pranze futuristiche è originale e assurdo. Come i piatti, i nomi sono ridicoli e strani. A volte vedo delle similirità tra il futurismo e il surrealismo. Entrambi focalizzano sulle combinzioni stranissime di cose diverse, e provano a suscitare una reazione più di creare una cosa di belleza. Mi ha colpito il pranzo tattile perchè mi sembrava il più ridicolo. L’idea di mangiare mentre si indossa le pigiame di sugheri o di spugne con i camerieri ballando e spruzzando le faccie col profumo è impossibile di prendere sul serio. Gli aspetti strani non contribuirebbe alla degustizazione del pasto. Nondimeno, mi piace l’idea di coinvolgere tutti i sensi nel atto di mangiare. Comunque, si può farlo senza questi aspetti ridicoli che secondo me non davvero aggiungerebbe alla qualità della vivanda. Per esempio, un bel pasto a un ristorante con musica viva già coinvolgerebbe l’udito, la vista, il gusto, e l’olfatto, e forse anche il tatto se si mangia qualcosa sena gli utensili. Tutto il movimento di futurismo nella cucina quasi mi sembra un grande scherzo, e mi fa pensare se molta della gente di Italia davvero mangiava queste vivande o se era più un’idea di una cosa fatto nella realtà.

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  9. Anna

    Italia era appena unita come un paese. Italia era, per la prima volta, una repubblica unita, e tutte le regioni con tutti i suoi dialetti, stavano provando di esser un paese, con una lingua, ed un governo. Garibaldi forse non era ancora morto, e il re d’Italia aveva il potere anche con i rappresentanti della repubblica. Era un’epoca molto importante e molto unico per l’Italia.
    Credo che il valore di questo testo era unificare il popolo d’Italia con gli idei del cibo e del nazionalismo. Credo che questo testo è un testo nazionalistico, con una motivazione politica, per unificare il paese con l’idea del cibo come parte della cultura centrale.
    Il pubblico deve leggere questo testo e imparare come vivere come un cittadino italiano meglio, “Coricarsi presto ed alzarsi presto, fanno l’uomo sano, ricco, e saggio”
    Un testo simile nel nostro paese forse sarebbe alcuni libri di Benjamin Franklin, o forse libri come Walden Pond, che ci mostra gli ideali americani della naturalezza.
    Il linguaggio non è moderno, è stato un po’difficile leggere tutta una frase senza prendere una pausa. Parla con molti detti culturali, per migliorare il popolo Italiano.
    Ho imparato un po’ del ruolo del cibo nella cultura italiana più vecchia.

    Com’era il cibo Americano in quest’epoca?

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  10. Sabrina

    Pellegrino Artusi ha scritto “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”, un manuale di cucina, proprio quando l’Italia era in fase di unificazione. È importante notare che questo testo è stato considerato come una compilazione di ricette del paese d’Italia perché Artusi ha usato delle ricette da diverse regioni in tutto il paese. Per gli Italiani, questo testo sarebbero stato un’ulteriore affermazione del cambiamento nel paese. È particolarmente significativo ha che fare con il cibo e le ricette che, per gli italiani, è un aspetto culturale estremamente importante. “La scienze in cucina e l’arte di mangiar bene” prende essenzialmente aspetti tradizionali di ogni regione e li riunisce in un libro che unisce tutte queste tutte queste identità culturale insieme.
    Una cosa che ho trovato specialmente interessante è l’incorporazione d’innovazioni scientifiche nel manifesto. Artusi sottolinea l’importanza del ruolo del cibo nella salute di una persona e usa il progresso scientifico nel campo della medicina per inserire nel suo manuale. Per esempio, lui parla di mangiare più leggero durante certi stagioni o cosa mangiare secondo la digestione.

    Gli italiani oggi continuano a leggere “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene? E seguono le raccomandazioni?

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  11. Noah

    “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene” è un libro di cucino di Pellegrino Artusi che è stato uno scrittore, gastronomo, e critico letterario italiano bolognese. Questo libro è scritto dopo il Risorgimento, ed era una delle prime collezioni di ricette dall’Italia unita. Il cibo è diventato un simbolo di Italia, ma spesso gli stranieri dimenticano che non c’è solo una tradizione culinaria italiana. “L’arte di mangiar bene” riconosce sia tutte le pratiche regionali e distinti sia l’identità straordinaria del paese in generale.

    Quest’opera di Artusi non è solamente un libro di cucina, ma pure un libro di racconti e filosofia di cucina. Le ricette sarebbero difficili a seguire se non sia un cuoco. Artusi usa il peso per misurare gli ingredienti (invece del volume) e non spiega chiaramente il processo di cucinare. Ad esempio, la ricetta “crostini di tartufi” richiede i bastoncini di pane “a preferenza” e suggerisce di usare una “forma elegante” a preparare le fettine di pane. Evidentemente, “l’arte di mangiar bene” non era fatta al fine di creare un libro di cucina esatta; invece, Artusi cercava di scrivere un libro che univa l’italia sotto la bandiera del cibo e offriva i cuochi italiani idee nuove.

    All’inizio del libro, Artusi presenta la sua filosofia dei sensi, il cibo, e l’arte. Dice che ci sono due funzioni principali della vita: “la nutrizione e la propagazione”. Il primo dipende sul senso di gusto; quindi, “l’arte di mangiar bene” è essenziale per la vita umana. Però, il cibo è considerato un’arte volgare, non come la musica o la pintura. Ecco un’ultima fine di Artusi: a dare valore a “l’arte di mangiar bene”.

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  12. Enrico

    Nel 1891, l’Italia era appena unificata e le differenze tra le regioni erano molto evidenti. I cittadini più spesso si identifacavano con le loro città del suo nuovo paese. Perciò, si può vedere il testo come un modo di unire la gente con la cosa che aveva più in comune: il cibo. Forse c’è un testo simile negli Stati Uniti, ma non conosco molto del cibo o del cucinare, quindi non sto sicuro. A volte è evidente che il testo è vecchio; ci sono parole arcaiche come “pel” per “per il” e il vocabulario usato non è molto consueto per me. Mi piaceva il fatto che lui diceva che i due componenti essenziali per la vita sono la nutrizione e la riproduzione, quindi i due sensi più importanti sono il tatto e il gusto. Molto volte le pitture e la musica sono preso più sul serio degli arti culinari, anche se il cibo è più essenziale per la vita. Ho anche notato due consigli di Artusi che ho visto molto durante il mio tempo a Roma l’inverno scorso. Lui ha raccomandato che i bambini indossino i vestiti caldissimi per la loro salute, e anche ha detto che la colazione deve essere piccola. Diverso di negli Stati Uniti dove ‘la colazione è il pasto più importante del giorno,’ per lui deve essere solo cafè nero e forse un crostino imburrato. Sembra che il pranzo di cui lui parla non esiste di più in Italia, almeno non a Roma. Per lui il pranzo era il pasto più grande del giorno, e lo si mangiava verso tarde nel pomeriggio. Nella mia esperienza, il pranzo di oggi non è molto grande, e lo si mangia verso mezzogiorno. Forse, la cultura ha cambiato un po’ dal suo tempo.

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