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Gruppo: Zafferano

Il vostro gruppo prende il nome dallo zafferano, una spezia antica e preziosa. Inizialmente usato per tingere i tessuti, a causa del  suo colore. Lo zafferano è così antico che è persino citato da Omero neil'Iliade. Ha proprietà terapeutiche di stimolazione del sistema nervoso ed è usato come aromatizzante in cucina.

Spero che lo zafferano ispiri al vostro gruppo dei diari intellettualmente stimolanti e pieni di idee. Buon lavoro!

Scrivete un commento per "postare" i vostri diari qui sotto, entro le ore 17:00 del giorno che precede la nostra lezione

10 thoughts on “Gruppo: Zafferano

  1. Ana Sofia

    Le canzonette di Lorenzo Magalotti sono a difficile di capire perché sono scritti in un linguaggio praticamente diverso. Lui utilizza il cibo in un modo originale: come veicolo poetico.
    Ho dovuto ricercare di anacreontiche perché non ho mai visto questo termine. La poesia anacreontiche prende il suo nome del poeta greco Anacreonte. Lui trattava i temi dell’amore, amicizia, vino e divertimento. Questo tipo di poesia era popolare all’epoca perché c’era l’idea dell’effimerità della vita e che si doveva cogliere il momento.
    La mia canzonetta preferita è “Burro di mandorle”: mi piace l’idea che un condimento cosi basico si può adornare e rendere più speciale, aggiungendo il sapore delle mandorle. Similarmente, Lorenzo Magalotti adorna il cibo e le da una forma poetica e artistica, qualcosa di sorprendente.
    Domande:
    Perché Magalotti sceglie la forma poetica per scrivere le ricette?

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  2. Mike

    “Canzonette anacreontiche”

    Il tono di queste poesie è molto leggero e rilassato. Io penso che Magalotti abbia scelto questo tono per allineare le sue canzonette con il genere anacreontica. Questo genere poetico è definito dal lavoro del poeta greca Anacreonte, che ha scritto tanto sui temi dell’amore e del vino con una struttura caratteristica. Non conosco bene la poesia anacreontica, ma siccome Magalotti ha usato i temi e la struttura delle poesie di Anacreonte, sembra naturale che abbia usato anche il tono di esse.

    Magalotti si rivolge a Nise in queste poesie. La relazione tra Nise e Magalotti non viene precisata con esattezza, ma è abbastanza chiaro che hanno un rapporto intimo. Magalotti le dà del tu e spesso dice “cara Nise.” Se dovessi indovinare, direi che Nise è o la figlia di Magalotti o la sua amante. Il fatto che le poesie anacreontiche spesso hanno a che fare con il tema dell’amore mi fa pensare che Nise è l’amante di Magalotti.

    Domande:
    • C’è un significato culturale per i cibi che Magalotti ha descritto?
    • Da un punto di vista intellettuale e accademico, come si considerava lo stile anacreontica in questo periodo?

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  3. Mike

    “A feast of words: banquets and table talk in the Renaissance”

    Queste letture sviluppano un’analisi molto interessante del ruolo del cibo nella letteratura e pure nella vita. Infatti, mi sarebbe piaciuto leggere questo libro come un’introduzione al nostro corso. Anche se tratta soprattutto della letteratura rinascimentale, è ancora molto facile identificarsi con quello che dice da un punto di vista moderno. Per esempio, la metafora di libri e conoscenze come nutrimento appare ancora nella letteratura e sapienza culturale di oggi.

    Mi è piaciuta molto la rappresentazione del banchetto come una celebrazione di “the union of man and nature and of man and society” e di “the integration of body and spirit.” La ragione per cui quest’affermazione mi interessa tanto è proprio perché è così facile da verificare con l’esperienza della vita. Chi ha fatto il banchetto può riflettere sull’esperienza è mettersi d’accordo con quest’idea senza difficoltà. L’analisi letteraria che usa l’autore per sostenere quest’affermazione è molto interessante da solo, ma il fatto che va d’accordo con la vita reale la rende ancora più interessante.

    Il quinto capitolo del libro ha a che fare principalmente con la rappresentazione del banchetto come una celebrazione di “the integration of body and spirit.” Mentre discute la tradizione di raccontare storie durante un banchetto, Jeanneret spiega molto chiaramente “the reception of books and ingestion of food were often linked. Food for the mind and food for the body, absorbed and digested together, joined in a single physiological experience.” Si può vedere questo parallelo anche nella lingua stessa. Per esempio le parole “sapore” e “sapere” vengono dalla stessa parola latina.

    Domande:
    • Come possiamo interpretare le metafore che identificano la sapienza con il cibo nel contesto dei ruoli dei sessi considerando che la figura del corpo materno è nutrimento per i figli?

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  4. Fako

    Questi capitoli che abbiamo letto sono molto interessanti non solo perché ci presentano un modo di guardare il cibo molto filosofico, esistenziale e diverso a quello che abbiamo visto nei testi questo term, ma anche perché sono bassati sul rinascimento e il medio evo. Sono modi di pensare molto tradizionali e vecchi e tuttavia sono rilevanti ai testi che abbiamo letto. Nell’introduzione l’autore afferma che abbittiamo in un mondo molto diviso, nel quale i piaceri fisici e mentali sono o mutualmente esclusivi o in conflitti con l’altro. Io penso che questo sia vero anche nella commedia che abbiamo appena letto. Nella Locandiera, Mirandolina ha dei piaceri mentali, cioè lei gode dalle sue vittorie riguardo al suo orgoglio e al suo stato ma non vediamo mai piaceri fisici. Penso che questo pensiero si può applicare a molti testi che abbiamo letto. Il banchetto, secondo l’autore, è l’unico modo di sminuire questa divisione. Durante il rinascimento, il modo di pensare al cibo o ai banchetti ha predeterminato la cultura di un banchetto, le buoni manieri, il servizio, etc. sono tutti quasi gli stessi oggi. Nel resto dell’introduzione c’è un discorso su che cosa è la letteratura e come la scrittura si usa per portare un messaggio. “Literature is something which has no utilitarian function, is outside the jurisdiction, and is free from accepted morality and order”. Questa definizione della letteratura mi piace molto perché in un certo modo riflette la maniera in cui il cibo è guardato nel testo. Il cibo è libero di moralità e di ordine, però ha il potere di influenzare la moralità e l’ordine. Il primo capitolo è diviso in tre usi del cibo nella letteratura; il cibo è usato come un legame tra l’uomo e la natura, l’uomo e la società e lo spirito e il corpo dell’uomo. Ogni collegamento diverso è stato usato nei testi del sedicesimo secolo e nelle scritture del rinascimento e del medioevo.

    Domanda: Come vediamo questi tre usi diversi utilizzati nei testi che abbiamo letto?

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  5. Fako

    Trattato del Vino e dell’Aceto-Bruno Flavio

    La presentazione mi fa pensare alla sezione di “L’autore a chi legge” nella “Locandiera” nel mondo in cui lui spiega quest’opera. Il capitolo comincia con una frase che mi sembra un gancio per attrare l’attenzione del pubblico. Il tono sembra voler stabilire un rapporto molto leggero e onesto con il lettore e penso che questo sia importante nel modo in cui il pubblico prenda questo testo. “È un’opera seria, che può farci sorridere a distanza di 400 anni dalla sua realizzazione, ma che nel contempo può anche sollecitarci a riflettere su molteplici aspetti della realtà cinquecentesca, della quale il Trattato è in ogni caso testimonianza non del tutto indegna di considerazione”. Mi piace molto che fosse cominciato con un discorso sul vino e l’aceto in un contesto fuori del testo perché rende il testo più approcciabile per il pubblico. La prefazione, invece, prende un tono più autoritario ed informativo, è più tecnico. Lo scopo della prefazione e semplicemente quello di presentare informazione dell’autore e di mettere in contesto storico il testo che leggeremmo. Mi sembra interessante che la prefazione fosse messa dopo la presentazione perché lo stile della presentazione è più vicino allo stile del testo stesso, quindi penso che fluirebbe meglio se la prefazione fosse messa prima. Alla fine della prefazione c’è la dichiarazione che il testo è originale perché non è né un testo agronomico né un testo della trattatistica medica, quindi in un certo modo questi due capitoli provano a convincere al lettore di leggere il testo. Dal testo stesso, io penso che le sezioni “Vino a chi si nieghi” e “Per non imbriacarsi mai” siano le più interessanti. Mi piace molto che le regole presentati nella sezione “vino a chi si nieghi” non sono soltanto bassate sulla scienza, ci sono ragioni che riflettono un pensiero molto psicologico e sociale. Queste regole anche rinforzano i ruoli sociali delle persone che non erano permessi il vino. Per esempio, le donne: “il vino fu negato anticamente alle donne, perché con l’uso di quello, chiudono la porta alle virtù, e danno l’ingresso a tutti i viti”. Le donne sono state considerate sacre e piene di virtù e il vino, sebbene fosse spesso considerato purificante, ruba quest’aspetto dalle donne. Il testo completo fa un buon lavoro di mostrare la cultura del vino nei tempi antichi e riflette molto bene tutte le influenze classiche che hanno contribuito a queste regole.

    1- Quale differenze e somiglianze osservate fra questa presentazione e “l’autore a chi legge” nella Locandiera? Quali sono i diversi scopi di questi due testi?

    2- Le regole riflettono un modo di pensare molto stretto e formale (riguardo a chi beve il vino) e oggi la cultura del vino non è cosi per niente. Sono incuriosita da come ha cambiato la cultura del vino in Italia e se ci sono ancora delle persone che credono alcune di queste regole.

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    1. jenny

      Fako, anche io ho pensato che le sezioni “Vino a chi si nieghi” e “Per non imbriacarsi mai” sono molto interessanti. Questi sezioni veramente ci mostrano le regole e i pensieri del tempo. Rivela anche il fatto che le donne non erano permesse a bere per ragioni diverse. Io ho pensato che forse questo non era giusto perché se pensiamo al atto di bere vino e ubriacarsi non è una cosa bella per nessuno. Si hanno questi "rimedi" per non ubriacarsi ma mi sembrano un po' ridicolo e se veramente funzionano perché non permettono che le donne bevano dopo fare questi rimedi. Forse lo penso più personale ma se era così durante questo tempo questo testo veramente mostra i fatti storici della cultura italiana e il vino.

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  6. Mike

    “Trattato del vino e aceto”

    Io penso che questo testo sia molto divertente da leggere oggi perché ci aiuta a capire come la gente pensava nel Rinascimento prima dello sviluppo e dell’accettazione del metodo scientifico. In generale, il modo in cui il lettore moderno considera il mondo è molto condizionato dal metodo scientifico, ma non era così prima delle scritture di Galileo. Il nostro punto di vista nei confronti del vino è formato in buona parte dalla conoscenza di come l’alcool colpisce la mente, ma nel passato si decideva come si deve comportare usando qualche osservazione e aneddoto. Io penso che questa è una delle spiegazioni per cui ci sono tante regole sul vino e come si deve bere il vino in questo trattato. Alcune di queste regole sembrano un po’ strane, per esempio l’idea che non si diventa ubriaco se si beve il vino buono e le cure per la ubriachezza. Però, è molto interessante che alcune delle regole sembrano molto sagge, per esempio la proposizione che non si deve bere dopo fare gli esercizi e a stomaco vuoto.

    Domande:
    • Questo testo era considerato un testo scientifico o un testo culturale nel periodo in cui era scritto?

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    1. Luchino

      Mike, sono d’accordo con te. Mi pare incredibile che le persone che hanno creato queste regole hanno notato alcune cose del vino che esistono oggi. Per esempio, i miei genitori mi dicevano spesso che deva mangiare prima di bere, e questa regola ha più di 400 anni ed e vero ancora oggi.

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  7. Fako

    Risposta a Mike: Anch'io penso che sia molto interessante leggere questo testo dal nostro punto di vista. Non avevo pensato a questo e il modo in cui loro decidono chi può bere e non il vino non era soltanto deciso pensando all'eta come una regola senza fondamento, come spesso facciamo oggi. Questo testo riflette una conoscenza dell'essere umano. Più che "qualche osservazione o aneddoto", penso che loro credevano di avere una comprensione molto profonda della mente umana e di tutte le persone individualmente.

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