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Gruppo: Rosmarino

 

Il vostro gruppo prende il nome di Rosmarino. Il rosmarino ha una storia antica e molto interessante. Per gli antichi romani era simbolo di eternità e si diceva che il suo profumo contenesse l'anima della terra. Si pensava anche che il suo odore risvegliasse l'amore e che avesse un potere afrodisiaco. Spero che il rosmarino ispiri al vostro gruppo dei diari intellettualmente stimolanti e pieni di idee. Buon lavoro!

Scrivete un commento per pubblicare i vostri diari qui sotto, entro le ore 17:00 del giorno che precede la nostra lezione

13 thoughts on “Gruppo: Rosmarino

  1. Anna

    La struttura del testo è anche interessante- i ricetti sono incorporati nei racconti, per esempio, i ricetti al principio sono ricetti che lei ha fatto per suo figlio quando era malato e piangeva sempre. Tutti i ricetti sono incorporati nei racconti della sua vita.

    Il mio ruolo del lettore, credo, è identificare un po’ con la narratrice. Io devo vedere la mia vita nella sua vita, ed incontrare le similitudini tra i suoi ricetti e la mia vita. Io ho pensato di quali ricetti della mia vita io scriverei.

    Il cibo è un elemento necessario della vita, è una cosa molta umana, che riunisce a tutti a noi. Usa il cibo per raccontare questa storia perché la storia il cibo unifica a tutti.

    Il parafo che ho scelto è il parafo della nonna, quando parla di come si deve “ o mangiar questa minestra o saltar quella finestra”.

    Quali ricetti della sua vita condividereste se voi raccontiate le storie delle vostre vite?
    Come ha il cibo contribuito ai vostri memorie più importanti?

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  2. Noah

    Casalinghitudine è un’autobiografia che è scritto da Clara Sereni nel 1987. Clara Sereni, un ebreo che viveva a Roma, usa le ricette per fare una struttura per tutto l’autobiografia. Il cibo era un aspetto fondamentale della vita sua, e questo fatto è riflettuto sia nel racconto sia nelle ricette se stesse. La sua infanzia era difficile; era allevata dalle sue zie e sua nonna Alfonsa. Vivendo in un tipo della povertà, le qualità di modestia, semplicità, e frugalità era molto importante. Queste teme ce lo fa vedere nel paragrafo di seguito la ricetta “tartine alla rughetta”; Sereni afferma che “la fame della guerra era ancora vicina, non si buttava via niente.” L’essere di questi temi nella vita sua aiuta a creare le ricette semplicissime. Ad esempio, invece di specificando un tipo di pane particolare, la ricetta “panini ai fagioli” richiede il “pane casareccio”. Anche se la sua infanzia era difficile (Sereni, si vestiva di “cenere e stracci” e viveva “come nelle favole di Grim”), queste virtù erano presente continuamente.

    Quando stavo leggendo la prima parte intitolata “per un bambino”, sono stato colpito dalla presenza dei numi ad appoggiare Sereni nello sforzo cioè allevamento dei bambini. Mi sembra che questa strategia sia tipica degli italiani. La presenza dei numi alle regioni geografiche è un fatto conosciuto, ma questa presenza alle regione della vita è unica. Sereni dice che ognuno dei numi ha una “sfera di intervento” ad aiutarla a sopravvivere.

    Quando stavo leggendolo, ho avuto un sacco delle domande. Questa forma di racconto è unica, amalgamando le ricette e la narrazione. Comunque, non c’è una relazione forte tra ambedue (oltre a le pappe). Questa relazione crescerà nel corso dell’autobiografia?

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  3. Carlo

    Secondo la mia esperienza, la parola “casalinghitudine” sembra molto strano a chi non parla italiano per due ragioni. La prima: non c’è una parola che significa la stessa cosa a casalinghitudine in inglese (e per questo ragione l’idea è molto difficile a spiegare). La seconda ragione: non abbiamo le stesse immagini culturali in stati uniti a in Italia. In questo modo penso che l’inizio del libro di Clara Sereni molto interessante e differente. Lei ha dipinto un’immagine molto complicata: un mondo che prima di leggere questi racconti, io non conosco niente di quella vita.
    All’inizio, sulla prima pagina, io non avevo niente di dire di questo libro. Sembra a me che non c’èra una persona dentro queste istruzioni, non c’èra una personalità o le idee di un individuo: non era una vita tra queste righe. Quest’idea sembra molto triste a me, perché (secondo me) una vita in cui una persona segue solo le direzioni di un libro non è per nulla una vita. Vivere come questo sembra molto isolato è senza premio: un’idea al cuore del concetto della parola “casalinghitune.”
    Invece, per la gente in questo racconto, sembra che cibi rappresentano creatività ed espressione personale: si deve improvvisare, usare molti ingredienti diversi, e amare le cose che si fa. Per Sereni, quest’idea è la verità. C’è molto orgoglio nelle paste che lei cucina, (ma all’inizio non era molto chiaro per me). C’è un doppia anima delle vocabolario di cibi che lei usa: se ogni ingredienti ha un scopo e una voce individuale, per lei (la cuoca in questo caso) c’è un significato di ogni cosa che lei usa.

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  4. Enrico

    Il testo sembra composto di piccolo racconti della vita della narratrice, e ogni raccolto coinvolge il cibo e i ricetti in qualche modo. La narratrice è una donna che parla della sua vita e racconta delle storie sulla sua famiglia. Penso che le storie siano almeno un po’ autobiografiche. Non so se loro sono completamente la verità, ma sicuramente vengono di esperienze che aveva la scrittrice. Il cibo è usato per raccontare questi racconti perchè può avere tante diverse significanze in diverse situazioni. Può essere una medicina per le lacrime di Tomasso, può essere un modo per introdurre la narratrice alla famiglia del suo marito Massimo, e può rappresentare aspetti di Nonna Alfonsa.
    Domande: I racconti sono davvero autobiografici? Chi li ha scritti? Cosa vuol dire “zoccolo duro”? I ricetti funzionebbero bene nella realtà, o sono solo un modo per organizzare ed avanzare la trama di quest’opera?

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  5. Anna

    Questa parte del testo è più intima, e la narratrice parla più delle sue debolezze e fallimenti. Lei parla più della sua famiglia, ma parla dei problemi nella famiglia, e rompe un’immagine della famiglia felice e perfetta. Lei è adolescente e studentessa all’università. Vediamo per la prima volta un po’ più di come il cibo ha influsso la sua identità personale, e ha formato sua vita. Lei ha cresciuto dall’innocenza e i suoi ricetti sono anche più complessi, che riflessa la sua vita. La vita è più complessa, con più problemi e più indipendenza. Il tema fondamentale è l’indipendenza, la crescenza, e la famiglia.
    Nella testa, lei intreccia la famiglia e il cibo molte volte, ma in particolare, quando parla della relazione con sua “quasi-sorella” Micol.

    “Per pranzo avevo i peperoni ripieni, sapore troppo deciso perché mi venisse in mente di proporglielo. Non si fermò a mangiare ma volle assaggiarli: le piacquero. E forse eravamo davvero un po’ sorelle quando, tornata a casa, me ne chiese la ricetta.”

    In questo parafo, la narratrice parla della relazione con la sua sorellastra, Micol. Il ricette per i peperoni ripieni le unisce come sorelle. Anche, lei mangia i peperoni perché sono piccanti, e le piacquero.

    Gli elementi culturali che vengono messi in evidenza dal rapporto con il cibo sono il clima politica dall’epoca. Negli anni ’60 e ’70, la narratrice ha l’opportunità di andare all’università e ha l’esperienza di conoscere tante persone radicali. Lei parla dei marxisti e la politica della sinistra. Lei è “la bambina del pace” perché è nata dopo la guerra, e lei rappresenta una generazione in Italia.

    Com’è ha influsso l’epoca politica al cibo? Sono i ricetti una riflessione dall’epoca?
    Come se può relazionare la sua famiglia con i ricetti? Sono ricetti che hanno disunione tra gli ingredienti come c’è disunione nella famiglia?

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  6. Carlo

    Casalinghitudine 2

    Mi piace molto la relazione tra un secondo e una famiglia completa (o invece una famiglia “normale”). Come una pasta, in cui ci sono molte parti individuali, a una persona ci sono molte altre persone speciali e importanti. Comunque come un secondo, che è la parte di una pasta più importante (perché è la parte più grande ed essenziale), le persone più importanti a un individuo sono dentro la sua famiglia.
    E dentro questo racconto, sembra come il periodo più stabile nella sua storia. È difficile di immaginare stabilità e felicità come un periodo in cui tuo padre non è in prigione, ma questo è l’idea dell’introduzione.
    Una sezione molto forte, secondo me, è la descrizione delle foto del matrimonio di Ada. Quando l’ho letto, ho pensato che non sia possibile di distinguere un’immagine felice di suo padre senza l’idea molto triste della sua magrezza e l’orrore che lui ha visto. C’è un sorriso, gente in vestiti belli, e una piccola bimba: senza alcuni dettagli questa sembrerebbe come una scena radiosa. Comunque l’idea di “normale” non e possibile quando si sa la sua situazione: la verità dietro gli occhi di sua madre, uno sguardo di apprensione, e una bimba che non sa il futuro.
    Se le cose che sono successe erano differenti, avrebbe pensato le stesse cose di questa foto? Secondo me è possibile che queste idee siano proiezione della sua esperienza (forse nessuno eccetto lei può vedere lo stesso pericolo dentro questo momento. Crede che “un’immagine di unità familiare destinata a durare poco” e una verità universale? Non sono d’accordo: questi sono le parole di una persona che ha visto solo una famiglia senza stabilità.

    Parole per vocabolario:
    Soprannomi
    Clandestinità
    Ribadire
    Legame
    Vigilia
    Nozze
    Sorriso

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  7. Enrico

    Più della prima parte, questa parte parla più dei rapporti tra Clara e sue sorelle e tra Clara e il padre. I racconti sono ambientati durante la adolescenza di Clara oppure quando lei era un adulto giovane, ma prima la maggioranza sono prima di che si ha sposato. Secondo me il tema fondamentale (oltre del cibo) è i cambiamenti nella vita di Clara-giovanotta e Clara-adulto. Un esempio del modo in cui si intrecciano il cibo e i rapporti famigliari è il racconto in cui Clara cucina quattro pasti per il padre. Le prime tre volte, lui trova qualcosa mancante e non sembra di apprezzare il lavoro che ha messo lei in cucinarlo. Comunque, la quarta volta, lei è ormai piena di frustrazione e decide di improvisare un pasto, ma il padre dice che è veramente buono. Secondo me, questo racconto esprime l’idea della difficoltà di seguire nei passi di un altro membro della famiglia, e anche l’importanza di ricevere l’approvazione dai genitori. Sempre c’è una tensione tra padre e figlio o figlia, rappresentato qua col cibo con questo brano: “Niente tocchi in più con la dieta, che determinava inoltre un’inconsueta vicinanza di cibo fra me e mio padre, il quale era a dieta perenne e i cui gusti erano, notoriamente e con regolarità, opposti ai miei: mia madre, che già non amava cucinare, aveva la condanna di sapere con certezza che se uno dei due avesse apprezzato una pietanza, l’altro l’avrebbe sicuramente dichiarata immangiabile.”
    Domande: Cos’è essatamente la situazione famigliare dei Sereni? Perchè hanno così diverse età le sorelle?

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  8. Noah

    Casalinghitudine Due

    In un senso metaforico, questo parte del testo è un “secondo piatto” del memoriale di Clara Sereni. A confronto con “per un bambino” e “stuzzichini”, “secondi piatti” è più profondo, soggettivo, e intimo. Il secondo piatto—il carne, i pesci, ecc.—è la parte del pasto più formale. Il cuoco ci vuole molto a prepararlo, il piatto costa molto, e prende il vino rosso. Mi sembra che i racconti che ci stanno siano il cuore del Casalinghitudine, affrontando gli aspetti più profondi nella vita sua.

    Un esempio di questa idea è il rapporto suo con suo padre. Come gli altri aspetti del memoriale, viene espresso dal il cibo. Al tempo della sua adolescenza, “cucinare mi piaceva”. Comunque, suo padre non pensava che lei potesse cucinare bene. Diceva lui “non è male… però”. Questo “però” si perseguitava, e veniva dalla divergenza nei gusti sui e di suo padre. Indipendentemente delle prove sue di soddisfare i desideri di suo padre, “il però arrivò”. Pure si può potare questo tema d’insoddisfazione agli altri aspetti della vita sua. Sereni stava sempre “cercando di prevenire i però”, ma suo padre aveva fatto meglio tutto. La struttura del libro grande è lo stesso del quale dei racconti individualmente, in cui un’idea presentato da principio nel cibo è riflettuta nella vita di Sereni. In questo caso, “tutta la mia vita, sotto sguardo di mio padre, diventava un immancabile però”.

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  9. Noah

    Casalinghitudine 3

    L’ultima parte di Casalinghitudine, “Conservare,” mi sembra un finale grande e completa. Le ricette che Clara Sereni ci presenta sono definite dal processo di conservare. Questo è un processo permanente, e i cibi che li fanno saranno usati ai molti pasti nel futuro. La qualità di permanenza, al contrario della transitorietà che descrive il resto delle ricette attraverso Casalinghitudine, è simbolica di sia il punto nella sua vita Clara si trova sia la conclusione del libro. Ad esempio, nel racconto sul pagina 156 (dopo la ricetta per i pomodori), Serena descrive tutte le traballe che riempiono la sua cucina. Ogni traballa è unica, e lei nota “i colori che hanno, le irregolarità e imprecisioni che li fanno miei”. Quando lo leggo io, mi ritorno in mente a un laboratorio di zucchero d’acero di un amico che ho visitato cinque anni fa. Ogni bottiglie di zucchero stavano sul ripiano davanti a una finestra, e la luce esterna li faceva un colore unico che rifletteva la qualità della linfa di quell’anno. Nello stesso senso, ogni conservare rifletta un periodo nella vita di Serena, eppure il fatto che lei aveva la capacità a tenere tutte le traballe. Serena lo riconosce, e dice che le trabelle “sono al sicuro, ancora per un inverno”. Usa la parola “un”, invece di “il”, a indicare questo senso di permanenza.

    Dopo la morte di suo padre, Sereni si sforza di definire si stessa. Un’amica l’ha detto che lei doveva “accettare di non essere più figlia”. A sopravvivere, lei ha girato ai lavori tipici della casalinghitudine, nonostante la sua opposizione femminista nei riguardi di questo ruolo. Per la maggioranza di una pagina, elenca i lavori nella casa che faceva durante questo periodo difficile, come “annaffiare le piante del terrazzo”, “attaccare i bottoni”, e il supremo, cuocere. Li aveva bisogni, perché “senza questi gesti non si sopravvive, io non sopravvivo”. Tuttavia, quest’identità distrugge l’equilibrio che lei aveva formato nel corso della sua vita. Al fine di tenersi in equilibrio, lei definisce un “angolino caldo” in modo che lei può essere “la casalinghitudine è anche un angolino caldo”.

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  10. Anna

    Casalingitudine 3

    Credo che l’autriche conclude il testo con le conserve perché sono semplice, rappresentano una nuova parte della sua vita, più semplice, senza suo padre. Quando suo padre è morto, la sua vita è diventata meno complessa, suo Avversario non c’era più. Sua vita mancava il gran conflitto, e lei può pensare più sulla vita sua, suo figlio Tomasso anche cambia sua vita in un modo più semplice e puro. Le conserve sono ricetti semplici; l’autrice può ritornare alle sue radici.
    L’autrice parla del aceto molto, e usa alcune metafore per descrivere l’aceto. Per esempio, lei dice che l’aceto “rappresenta così bene da rasentare la sconvenienza” come l’aceto è una cosa pericolosa alla società.
    Ora che ho letto alcune parti di questo testo, credo che sia autobiografico negli ossi. Forse ci sono alcuni elementi che sono abbelliti, ma nel centro, fondamentalmente, rappresenta la storia d’una donna, l’autrice. La sua vita è la storia di una generazione, della generazione dopoguerra. Lei aveva dei problemi, ma sono problemi anche della vita normale, e dalla vita Italiana dei anni 1950-1980. Lei è casalinga, ma non è una donna remissiva e timida.
    Credo che l’inizio e la conclusione sono collegati perché parla di suo figlio, Tomasso. Lui fa circolare sua vita, comincia con un uomo (suo padre) e finisce con un uomo (suo figlio). È circolare, e per questo lei ha cominciato e finito con le storie di suo figlio e suo padre.

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  11. Anna

    Casalingitudine 3 (senza typo)

    Credo che l’autrice conclude il testo con le conserve perché sono semplice, rappresentano una nuova parte della sua vita, più semplice, senza suo padre. Quando suo padre è morto, la sua vita è diventata meno complessa, suo Avversario non c’era più. Sua vita mancava il gran conflitto, e lei può pensare più sulla vita sua, suo figlio Tomasso anche cambia sua vita in un modo più semplice e puro. Le conserve sono ricetti semplici; l’autrice può ritornare alle sue radici.
    L’autrice parla del aceto molto, e usa alcune metafore per descrivere l’aceto. Per esempio, lei dice che l’aceto “rappresenta così bene da rasentare la sconvenienza” come l’aceto è una cosa pericolosa alla società.
    Ora che ho letto alcune parti di questo testo, credo che sia autobiografico negli ossi. Forse ci sono alcuni elementi che sono abbelliti, ma nel centro, fondamentalmente, rappresenta la storia d’una donna, l’autrice. La sua vita è la storia di una generazione, della generazione dopoguerra. Lei aveva dei problemi, ma sono problemi anche della vita normale, e dalla vita Italiana dei anni 1950-1980. Lei è casalinga, ma non è una donna remissiva e timida.
    Credo che l’inizio e la conclusione sono collegati perché parla di suo figlio, Tomasso. Lui fa circolare sua vita, comincia con un uomo (suo padre) e finisce con un uomo (suo figlio). È circolare, e per questo lei ha cominciato e finito con le storie di suo figlio e suo padre.

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  12. Carlo

    Casalinghitudine 3

    Non so esattamente che cosa penso a questo analizza critica. Secondo me, quest’uomo David Del Principe crede cose estreme di questo libro e del concetto di femminismo che io non credo necessariamente. Per questa pagina nel mio diario, vorrei spiegare le mie obiezioni con questo saggio.
    Penso che le sue idee che derivano direttamente da Casalinghitudine non siano false, ma le vede in un modo molto arcaico e molto strano. È chiaro che lui crede in vegetarianismo e che società sia dominata di uomini. Comunque è molto difficile per me a trovare questo collegamento fra Casalinghitudine e le altre immagini lui menziona. Certamente durante la grande parte di storia in Italia, donne servono (e quindi cucinano per) uomini, e per molte, una cucina probabilmente sembra una prigione. C’è una verità nel alcune delle cose che l’autore dice su questo, come l’origine di questo patriarcato, e i problemi fondamentali con ruoli di genere.
    Invece, per Clara, questo non è esattamente il caso. Infatti, cucinare, per lei, rappresenta un metodo di espressione creativa e personale. Con tutte le cose che lui dice su latte, su chirurgia estetica e sull’identità di un cacciatore adesso non sono d’accordo. Lui usa parole estreme per descrivere le sue credenze sull’identità femminine, ma l’uso di iperboli non significa che il suo punto ha ragione: invece si deve scegliere punti chiari e specifichi per cui un spiegazione estremo non è necessario. Sono dell’opinione che niente lui dice sul punto di latte era importante di Clara quando lei ha scritto Casalinghitudine. La sua opinione su chirurgia estetica, in particolare, è un’idea molto confusa. Quest’opinione è molto soggettiva e molto vaga.
    In conclusione, secondo me è chiaro che Davide Del Principe ha un punto importante che lui vorrebbe spiegare, ma lui deve dare il lettore meno aggettivi aggressivi per cui non c’è prova chiara, e più esempi dal libro lui ha scelto.

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  13. Enrico

    Forse l’autrice conclude con “Le Conserve” per dare ai lettori qualche cosa da portare con loro quando hanno finite il testo. Come le conserve, queste piccole cose possono durare per molto tempo nelle menti di chi ha letto il testo. Come nell’inizio, lei torna al soggetto della infanzia di Tommaso. All’inizio lei aveva il problema che lui non smetterebbe di piangere, e anche qua lei spiega la difficoltà di avere un bimbo. Dice che a volte a lei sembrava schiacciante curare quel bambino, ma anche le dava nuove radici dopo la morte di suo padre. Penso che il testo sia autobiografico, però forse c’è anche un po’ di esagerzione su alcuni dei racconti.
    Domande: Non capisco la significanza del brano citato al fine (p. 165-166). Cos’è il paragone con i Napoletani, e com’è collegato con la sua storia?

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