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Gruppo: Rosmarino

 

 Il vostro gruppo prende il nome di Rosmarino.  Il rosmarino ha una storia antica e molto interessante. Per gli antichi romani era simbolo di eternità e si diceva che il suo profumo  contenesse l'anima della terra. Si pensava anche che il suo odore risvegliasse l'amore e che avesse un potere afrodisiaco. Spero che il rosmarino ispiri al vostro gruppo dei diari intellettualmente stimolanti e pieni di idee. Buon lavoro!

Scrivete un commento per "postare" i vostri diari qui sotto, entro le ore 17:00 del giorno che precede la nostra lezione

22 thoughts on “Gruppo: Rosmarino

  1. Noah

    Canzonette Anacreonte

    Le canzonette anacreontiche vengono da una tradizione poetica che la poeta greco Anacreonte ha iniziato. Anacreonte, che ha vissuto nel sedicesimo a.C., scriveva durante un periodo tumultuoso nella storia greca, con un sacco delle guerre. A causa di questo tumulto, lui aveva uno stilo leggero e li temi superficiale (a contrario di quello di Saffo, ad esempio). Le poesie anacreontiche, derivanti da questa tradizione, sono caratterizzate dai temi di amore, amicizia, natura, divertimento, e vino. Incoraggiano il lettore a battere il ferro finché è caldo.

    L’applicazione di questo stilo al cibo m’interessa moltissimo. Il linguaggio fu usato da Lorenzo Magalotti è diverso dell’italiano che conosciamo oggi. Lui scrisse dopo Dante, e penserei io che il linguaggio suo sarebbe stato standardizzato, ma lui visse a Roma e italiano non era già “lavato in Arno” da Manzoni. Le parole proprie non ho seguito io. I temi centrale e la struttura, però, erano chiari. Magalotti usò uno schema metrico stranissimo che non ho visto mai. Cambia ogni quattro righe; “Il Candiero” inizia con a-a-a-a, poi b-c-b-c, e poi d-e-e-d, ecc. Come si chiama questa struttura stranissima?

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  2. Anna

    Il tono è molto divertente, non è serio, invece ci sono tanti rime e ritmo che sembra quasi una poema per i bambini. Il tono è anche molto informale, perché l’autore usa il “tu” invece di Lei o il antico “voi”.
    La struttura è quasi come una canzone, con il ritmo e la schema del rimo.
    È difficile leggere alcune parole, ma credo che Nise è forse la figlia del’autore? O forse una ragazza? Lui parla a lei con un tono molto gentile, molto amoroso, ma anche molto informale. Lui la conosce molto bene, e lui ha scritto tutto questo per lei. Credo che l’autore descrive la preparazione delle bevande perché lui parla di una cosa molto tenere, una cosa che lui conosce, che ha le memorie molte importante per lui, e che lui vuole compartire con le persone che lui ama.
    Ho imparato varie nuove parole. Ci sono veramente tante parole che non ho conosciuto, e anche molte parole che non ho potuto leggere perché il libro è vecchio. Ho imparato gelsomino (Jasmine), ma molte parole sono difficile trovare.

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  3. Anna

    Che cosa possiamo imparare di come il linguaggio ha cambiato tra gli anni?
    Perché il autore ha scelto di usare il forma di un poema cosi leggero e divertente?

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  4. Enrico

    Queste canzonette sono scritte in un modo allegro e leggero. La lunghezza di ogni riga varia, e ci sono delle rime in una scheme come AABBCC ecc. Lui raddoppia spesso le parole per dare un senso di levità al testo. Per esempio, scrive ‘bel bello,’ ‘appoco appoco,’ e ‘breve breve.’ Nella canzonetta “Frittata,” l’atto di cucinare viene rappresentato come un gioco o un divertimento, e lui mette enfasi sulla faciltà della preparazione. Lui si rivolge la poesia a Nise, chi pare d’essere una donna che lui conosce. Il tono che usa lui quando parla con lei suggerisce che hanno un rapporto intimo. Forse sono amanti, parenti, o amici stretti. Lui le da consigli e prova di farlo in una maniera non tecnico e facile da capire, quindi è possibile che lei sia una ragazza (forse una figlia), o almeno qualcuno più giovane e meno competente nella cucina. Ho imparato le parole ‘spasso,’ ‘faccenda,’ ‘pentole,’ e ‘balocchino.’

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  5. Carlo

    Canzonette Anacreontiche di Lindoro Elateo

    Il soggetto di queste canzonette come tutte le altre canzonette anacreontiche sono del vino e l’amore. Loro anche sono del stilo di canzonette anacreontiche tradizionale, in cui l’autore raccomanda una celebrazione della brevità di vita. È più importante di bere un’altra bevanda di essere preoccupato con i problemi del futuro.
    Mi piace molto leggere questi poemi. Non dicono cose molto profonde, ma questo non è il punto; invece, loro catturano accuratamente le sensazioni di godimento; l’atmosfera è semplice ma completa allo stesso tempo. Le parole quest’autore usa di descrive questo mondo sono molto intimi e suggerisce un familiarità con le altre persone e le odori di quest’ambiente.
    Per me era molto difficile di trovare un ritmo dentro queste righe. In liceo, ho letto alcuni poemi con questo stilo, ma il mio professore ha detto che canzonette anacreontiche sempre hanno sette sillabi in ogni riga: chiaramente questo non è il caso qua. Inoltre non capisco esattamente lo schema metrico, certamente alcune righe rima l’un l’altro, ma e difficile di seguire questo schema, s’è lì.

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  6. Anna

    Un tema che trovo molto interessante nel primo capitolo è il tema del rinascimento come il comincio dell “arte di mangiar bene” come modo di vivere in Italia. Prima del rinascimento, il piacere non era celebrato, e mangiare i cibi eleganti e deliziosi non era permesso. Il rinascimento ha cambiato tutto questo, come dice l’autore, “ The joys of the table symbolize the intellectual development of the period and its immense thirst for knowledge, but they also assert the role of the physical and liberate the language of instinct”. Come il cambiamento sociale ha fato il piacere fisico più accettabile. Il banchetto rappresenta il piacere di vivere, del mangiare, come i dei greci “Dionysian rejoicing, it is always a celebration of natural produce and the regenerative activity of eating,”. I umanisti credono che i teste non sono limitati alla filosofia o la ideologia, ma anche a come vivere meglio.
    Il mio capitolo da leggere per Rosmarino parla della influenza di Catherine di Medici, che mi ha interessato molto perché ho ascoltato tante cose dei Medici. I menu dell’epoca sono molti stravaganti, come
    “Trout patties; a hundred halved and spiced hard-boiled eggs; sturgeon roe, pike spleens and other fish offal, fried with orange, cinnamon, and sugar…etc”
    Credo che il cibo sembra delizioso!

    Voi avreste preferito vivere primo o dopo il rinascimento?

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  7. Carlo

    Il libro “a feast of words: banquets and table talk in the renaissance” mi sembra molto interessante e una buona introduzione al nostro corso. Nel primo capitolo, l’autore illustra esattamente che cosa abbiamo studiato tra le terze alle quinte settimane; il cibo, nella lettura e nella filosofia, ha un significato molto forte e molto influenzale. Perché il cibo è essenzialmente il soggetto di uno dei cinque sensi, per filosofi e scritturi, ha molto valore simbolico. Mi piace molto l’idea centrale: i nostri cervelli amano metafore su cibi perché il cibo può revoca sensazioni molto forte.
    Il secondo capitolo parla dell’evento sociale di un pasto e la sua importanza. Secondo l’autore, un pasto in un senso è uno spettacolo molto interessante e molto rappresentativo del personaggio dei suoi costituenti. Secondo me, il cuore del suo argomento è molto interessante, ma ovviamente non ha questo significato. Ogni pasto non rappresenta la fraternità, ma sono d’accordo che si può osservare chi ha il potere in un rapporto al tavolo. Penso che la sua prima osservazione sia più forte e più interessante; il nostro capitolo è un po’ troppo. Mi piace molto il suo racconto della storia delle maniere, credo che cenare è certamente un’istituzione molto importante per molti paesi.

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  8. Enrico

    Ho visto alcuni aspetti delle feste rinascimentali che sono ancora applicabile all’atto di mangiare oggi. L’autore parla della funzione delle cene nel costruire dei rapporti sociali. Quando si mangia, si rilassa un po’ e si può dimenticare lo stress del giorno. Il parlare alla tavola è il modo più facile per iniziare a conoscere qualcuno, sia un fidanzato, un amico, o un cliente. Mi piaceva il paragone che fa l’autore tra leggere e mangiare. Dice che ciascuno richieda la linguetta, e che le parole siano come i cibi di un libro. Non sono d’accordo con un contrasto che fa l’autore tra le due aspetti della vita più importanti degli esseri umani: il sesso e il cibo. Secondo lui, il sesso rende non chiaro i pensieri e impedisce l’abilità ad essere una persona razionale, mentre il cibo non ci influenza in questo modo. Ho letto tre mesi fa un racconto breve, “Romolo e Remo” di Alberto Moravia, in cui il protagonista è diventato quasi pazzo per la sua fame. Lui dice che la mancanza del cibo rende la mente torbida più di nessun’altra mancanza. Sono d’accordo con quest’idea, che la fame è così importante e influenzale come il sesso.
    Non mi piaceva lo stile dell’autore. Secondo me, lui non spesso appoggia i suoi punti, invece dice delle generalizazioni senza molta informazione specifica per confirmarle. A volte, incontravo un argomento forte, ma di solito c’era poca sostanza. Nel secondo capitolo, lui parla della civiltà e come ha cambiato durante il rinascimento. Mi interessava l’idea della civiltà quasi come un veicolo per la mobiltà sociale. Se un membro di una classe bassa imparasse le regole della tavola e del comportamento, sarebbe rispettato. Inoltre, sono d’accordo con la descrizione della civiltà come un forma d’inganno e finzione. La cena diventa un grande spettacolo con molti attori che si comportano in un modo diverso delle loro vere personalità.

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  9. Noah

    I due capitoli che abbiamo letto oggi sono diversi delle altre opere che abbiamo visto nel corso nostro perché sono sintesi delle idee che abbiamo già discusso. Però, questa discussione è del rinascimento. Questo fatto mi interessa perché l’espressione del cibo nella letteratura oggi e nel Novecento è simile del quello di rinascimento.

    Non mi piaceva la sintesi che l’autore ha usato. La maggiorità degli esempi sono francesi o inglese, come Macbeth. Nonostante sia interessante a vedere le somiglianze fra le oltre culture e Italia, era difficile a seguire l’argomento quando non sapevo la trama ed i personaggi.

    La descrizione delle maniere e come loro indicano la sua posizione nella società era intelligente. Un’interpretazione delle maniere e si sono nato con un modo di vivere e comportarsi. Non si può cambiare questo, perché e dentro il tuo sangue. Uno può fingere che ha questa educazione, ma infatti queste azioni sono affettazioni. L’altra interpretazione è che si può sviluppare queste maniere. A causa del fatto che tutte le maniere sono affettazioni, non importa da dove vengono.

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  10. Anna

    Questo testo è stato un po’ difficile da leggere, ma quando ho incominciato di abituarmi delle esse strane, ho capito che questo testo ha molte regole, forse quasi proverbi, per come vivere una vita sana e bella, non ubriaca, nel 1500. Ci sono molte frase nel testo che ci rivelano molto della vita del 1500 a Napoli. Ho imparato molto dall’autore per leggere la prefazione, ma anche da leggere il testo. La presentazione mi ha aiutato da capire che leggerò nel testo.
    “I due temi, vino e aceto, vengono per così dire aggrediti sotto una duplice angolazione: prima quella enotecnica e successivamente quella medica”
    Questa citazione della presentazione mi ha aiutato da capire che il vino nel 1500 aveva dei usi molti diversi, non solo per bere con il cibo o per ubicarsi, ma il vino e il aceto erano bevande mediche, una cura per tante malattie dell’epoca.

    Bruno è gran avvocato per la sobrietà, “La santa sobrietà è naturale all’uomo, e che ciò sia vero considerare devemo la discreta natura, la quale a nessun altro animale di grandezza simil all’uomo have dato più piccola bocca a minor vente che all’uomo”
    La sobrietà è necessaria, dice Bruno, per separarsi l’uomo degli animali.

    Secondo i testi che abbiamo letto, credete che il ruolo del vino nella società ha cambiato primo e dopo il rinascimento?

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    1. Elizabeth

      Ovviamente non sono un'esperta, ma penso che il ruolo del vino abbia cambiato dopo questo testo era scritto. Penso che nel Rinascimento, questa esitazione di un uomo da bere il vino era una cosa un po' rara.

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    2. Mike

      Mi piace l'idea di Anna che la gente nel Rinascimento considerava il vino in un modo molto diverso dal modo in cui lo consideriamo oggi. Per noi è una bevanda abbastanza comune ma loro pensavano che il vino avesse delle qualità misteriose e medicinali. È molto divertente leggere quello che si pensava nel passato.

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  11. Enrico

    Mi interessava che Platone, qualsiasi anni fa, ha parlato della necessità di una età minima per bere il vino. Lui non credeva che i giovani aventi meno di diciotto anni potessero bere dell’alcool. Inoltre, sosteneva l’idea di proibire il consumo del vino ai ufficiali importanti del governo. Non mi sono reso conto che le persone prima dell’arivo del cristianesimo appoggiavano regole così rigorose col vino. Il testo parla degli aspetti bravi del vino, ma anche avvisa contra la sovraconsumo del cino e contra la ubriachezza. Bruno raccomanda il vino per motli problemi della salute, ma rende conto che troppo vino si fa male. Uno dei suoi consigli è che se si vuole bere molto vino, non si deve mangiare molto prima per non impedire lo flusso di vino nello stomaco, che nel suo opinione crea i dolori di pancia. L’opposto consiglio è dato oggi: per non ubriacarsi troppo e non fare male alla salute, è importante mangiare abbastanza cibo prima di bere per assorbire un po’ dell’alcool. È interrestante vedere i modi in cui gli abitudini verso il vino hanno cambiato, e anche i modi in cui hanno rimasto lo stesso.

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  12. Sabrina

    Sono d'accordo con Enrico dell'importanza di capire come gli aspetti della vita cambiano nel corso del tempo o rimangono constanti e come, sopratutto, non è necessariamente uno o altro. Il vino è un esempio perfetto che descrive un componente significative della cultura italiana e come si è evoluta nel corso degli anni.

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    1. Carlo

      Non so se evoluzione è la parola più accurata per descrivere questo fenomeno. Mi sembra come un cambiamento nello stesso argomento, nessuno crede qualcosa differente.

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  13. Enrico

    Il punto di cui parla Anna mi interessa molto. Per la genta nel rinascimento, il vino era più di una cosa per divertirsi, era anche un tipo di medicina, anche se di solito non davvero funzionava in questo modo. Mi piece che la scienza è ormai avanzata e che non dobbiamo usare “curi” così per le nostre malatie.

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  14. Noah

    Plutarco e Athenaus descrivono il ruolo del cibo e la sua importanza nella vita. Plutarco pensa il pensiero del uomo dipende di mangiare, bere e fare tutto in moderazione. Le menti e i desideri del corpo sono diversi, e uno è data priorità sull’altro. La mente è più importante dal corpo, e per questa ragione, si deve controllare i desideri del corpo. Durante la cena e qualche altra forma d’interazione, la conversazione è lo più importante. La cena è dove le persone possono parlare e imparare qualche cosa. Athenaus dice che il cibo è importante per l’immaginazione e curiosità dell’uomo, alla stessa volta, spiega che la parola e le conversazioni sono più importanti do che l’eccesso.

    As to wine, the account given by other people apparently is that it was bestowed on us men as a punishment, to make us mad; but our own account, on the countrary, declares that it is a medecine given for the purpose of securing modesty of soul and health and strength of the body (Ibid., 672d)

    Questa idea che il cibo è usato solo per sopravvivere e creare delle nuove idee viene da Plutone e la sua teoria dell’alma e La Repubblica di Socrate, ma è visto in altre culture e movimento, come la bibbia e il Rinascimento. La golosità nella bibbia è vista come un peccato contra dio e il corpo, anche, come la inabilita di controllare i desideri del loro corpo. Durante il Rinascimento, la golosità era vista dal persecutivo scientifico. Mangiare e bere di più è malsano e limita il pensiero.

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  15. Noah

    “Trattato del vino e aceto” di Giovanni Flavio Bruno era difficile da capire perché usava molte espressioni Napolitano e parole antiche. Però, le idee che sono state contenute nel testo sono simili alle quale nei lavori che abbiamo già letto. Il ruolo delle regole e le proposte nel processo di mangiare o cucinare è una tema che abbiamo esplorati molto. Questo modo di vedere le bevande crea un senso filosofico di mangiare che è allo stesso tempo estero e familiare.

    L’idea di moderazione è centrale al lavoro di Giovanni Flavio Bruno, particolarmente riguardo al consumo degli alcolici. Questa idea, importante oggi, esisteva anche nel 1500 a Napoli. Il fatto che l’idea di moderazione ha durato così lungo non mi ha sorpreso. Però il fatto che Bruno designa un etto a bere è strano. Non mi sembra che il popolo del 1500 fosse preoccupato con il sano riguardo al vino. Bruno, tuttavia, mostra un senso di conoscenza del corpo unico per suo periodo nella storia letteraria.

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  16. Carlo

    Trattato del vino e aceto secondo me è il testo più difficile che abbiamo letto, ma allo stesso tempo, credo che c’è una verità sotto questa lingua molto alta. Come l'autore di "La cura dell’uva" quest’autore crede che bevande non abbiano esattamente l’effetto che molte persone crede. Alcool non è una cura perfetta; infatto, se si beve troppo, ha l’effetto contrario. La moderazione, invece, è la cosa più importante.

    Bruno, l’autore, dice molte raccomandazione sul rapporto tra una persona e una bevanda. Lui crede che vino ha ovviamente una grande fortezza sulla mente; può influenzare il suo processo di fare molti decisioni, il suo modo di pensare, e i suoi desideri. Per questi ragioni, lui raccomanda un’età minima per bere, e lui anche dice che non è molto importante a bere dopo un pasto molto grande. A lui, (e alle persone del rinascimento) bere troppo rappresenta un problema nella sua mente. Secondo questa gente, le persone che bevono troppo spesso vengono da famigli schifi.

    Mi interessa l’argomento internale l’alcool presenta a un filosofo. Ovviamente il vino e piacevole, perche è un rilassante e un sedativo, ma secondo loro, è meglio di essere lucido e chiaro nella mente.

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    1. Luchino

      Penso che la tua ultima frase sia interessante perché è quasi in contrario all’ultima lettura “A Feast of Words.” Nell’ultima lettura, l’autore spiga che è necessario bere a tavola avere una conversazione naturale e di essere più onesto. Bruno invece spiega che dovrebbe essere più regole sull’uso di vino e vuole che non beviamo spesso. Penso io che il vino possa essere qualcosa buono di aiutarci essere più onesti ma dobbiamo berlo sempre con cauto.

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  17. Anna

    Il post di Lucchino dice alcune cose simile al mio post. Il vino si deve bere e apprezzare ma non abusare, non ubriacarsi. Lui parla di come l’autore spiega le cose molte ovvie, come “non si deve ubriacarsi”. Io sono molto d’accordo con Lucchino che l’autore spiega le cose ovvie, con molti dettagli, perché la gente deve sapere come bere il vino appropriatamente.
    La domanda di Lucchino, “Perché l’autore pensa chi sia necessario avere tante regole mentre mangiamo o beviamo?” è una buona domanda. Credo che quando penso della lettura per mercoledí, il mio capitolo sull’ettiquette, perché il comportamento era molto importante alla cultura e la società del rinascimento. Si deve comportarsi bene, e questo includa non bere troppo.

    Enrico è molto interessato da Platone, e gli idei di lui. Anche parla delle somiglianze tra la nostra legge di bere a 21 anni, e le recommandazione di Platone di avere una età minima per bere il vino. Credo che è interessante che Enrico ha parlato di questo, perché sempre mi interessa da pensare delle similitudine tra la nostra cultura e la cultura delle epoche antiche.

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