Una Intervista Impossibile con Theodore Geisel

Scrittura 1

 

Gina: Oggi, parlo con Theodore Geisel, chi anche si chiama Dr. Seuss. Buongiorno Theodore! Come sta?

Theodore Geisel: Sto bene, grazie!

G: Lei è andato a Dartmouth tra 1921 e 1925. Perché ha deciso di andare lì?

T: Sono di Springfield, Massachusettes, che una città vicino a Hanover. Nella mia scuola, ho avuto un professore che è andato a Dartmouth. Lui è stato molto intelligente e stimolante, e lui mi ha convinto andare a Dartmouth.

G: Come è stato vivere ad Hanover?

T: Mi piacevo vivere ad Hanover. Penso che la foresta sarei bella e la città sarei tranquilla. Ma, non mi piacevano il mio dormitorio. Il mio amico ha scritto un libro e noi siamo usciti. Quando noi siamo ritornati, il dormitorio bruciava! Lui ha perso il suo libro!

G: Che triste! Come ha cominciato di scrivere a Dartmouth?

T: Quando ero nel mio primo anno a Dartmouth, ho scritto “Il Jacko”, una rivista divertente. Sono diventato l’editor e scrivevo la maggior parte degli articoli. Io ho disegnato i fumetti, solo per divertimento. Era allora quando ho iniziato sposare le parole e immagini insieme. Mi piaceva scrivere sul la politica e i fumetti fanno più scuro.

G: Cosa era il clima politico a Hanover?

T: Quando ero un studente, Hanover era molto conservatore. Io scriveva i fumetti liberi, particolarmente i fumetti contro la guerra. Erano controverso. Da allora, Hanover diventava più libero, ma il demografico è soprattutto bianco e ricco.

G: È vero! Perché Lei scrive sul il nome “Dr. Seuss”?

T: Ah! È una storia molta divertente! Una sera a Dartmouth, ho avuto una festa con I miei amici. Era Proibizioni, quindi noi non potevamo bere. Io ho dato il gin con i miei amici, e l’amministrazione mi ha preso. Che triste! Loro mi hanno costretto abbandonare Il Jacko. Ma adoravo Il Jacko, e ho deciso scrivere sotto uno pseudonimo.

G: Tutti sono felice che Lei ha fatto. Grazie mille signor Geisel!

L’Intervista Impossibile con Dr. Suess

 dr-seussL’Intervista Impossibile con Dr. Suess

S: Buongiorno Theodor Geisel! Grazie per mi permettere intervistarti. Ora, inizerebbero l’intervista. Mi potrebbe dire della Lei vita.

T: Io sono nato a Springfield in Massachusetts. Theodor Robert Geisel e Henrietta Suess Geisel sono miei genitori. Quando ho avuto 18 anni, io sono andato a Dartmouth College.

S: Hai studiato a Dartmouth College? Che cosa hai fatto a Dartmouth? Ti piaceva Dartmouth College?

T: Si, mi sono iscritto il club si chiama “Zucca di Halloween” che rivista d’umora. Sfortunatamente, io non ho potuto scrivere da “Zucca di Halloween,” perché la amministrazione ha scoperto io e i miei amici hanno bevuto la birra. Ma, ho scritto ancora per la “Zucca di Halloween” con il pseudonimo “Suess.” Ero uno tipico studente all’universitá. Mi piaceva Dartmouth College. Ho avuto un’esperienza buona e molti amici. Io solo volevo essere contento e divertento.

S: Quando ti sei laureato, eri prepare per vita dopo l’universitá?

T: Penso di non prepare per la mia vita dopo mi sono laureato. Perché ho detto a mio papa che vorrei studiare a Oxford e ho pensato di essere stato a professore. Ma non sapevo quello che volevo fare. Io avevo deciso che io avrei studiato a Oxford. Mentre io studiavo a Oxford non ero contento. Ma sono contento che ho incontrato Helen Palmer che sarebbe stata mia moglie. Lei mi ha detto che doverei essere l’artista. Ero nervoso, ma volevo essere l’artista.

S:  Sí, é molto intimida quando si non sa cosa fare. Mi sento nervosa di cosa vorrei studiare all’universita. Hai dei consigli per gli studenti che sono nervosi?

T:  Non ti preoccupare. Si dovrebbe fare cosa si é contento.  Si hanno il cervello nella testa, si hanno i piedi nelle scarpe, si puo guidare della direzione si scegliere.

Intervista con Robert Frost

 

Frost parla con gli studenti di Dartmouth, 1947

Robert, Lei è un famoso poeta, e ha vissuto e insegnato in molti luoghi in tutto il mondo. Quali sono i luoghi che sono molto importanti per Lei, personalmente o professionalmente?

Sì, amo la mia università, Dartmouth, e lo stato del New Hampshire. Sono nato a San Francisco, ma quando ero giovane mio padre è morto, così mi sono trasferito a nord-est perché voglio stare con mio nonno. Quando ero piccolo, ero molto nervoso e fragile, e mia madre mi insegnava a casa. Quando sono arrivato in New Hampshire, sono diventato molto più felice.

Perché Le piace New Hampshire?

Amo la natura. Volevo andare fuori di casa mia per esplorare le foreste e fiumi intorno alla mia casa. Quando mi sono trasferito in New Hampshire, ho cominciato ad andare a scuola, e ho realizzato che amavo di scrivere! Dopo, sono andato a Dartmouth College. Ho lasciato Dartmouth dopo pochi mesi, ma c’erano molte cose incredibili dell’università.

Che cosa viene in mente quando Lei pensa di Dartmouth?

C’è un fantastico senso di comunità a Dartmouth – il college è in un luogo remoto, per cui tutti gli studenti passano tutto il tempo con l’altro, e ci sono molte tradizioni meravigliose a cui gli studenti partecipano. In inverno, Dartmouth è incredibilmente freddo, ma gli studenti ancora si abbracciano l’aria aperta. Gli studenti fanno le escursioni durante il fine settimana, e molti sciano sulle montagne intorno a New Hampshire. Mi piaceva fare passeggiate nel bosco quando ero uno studente, perché era molto rilassante.

Lei pensa che la natura abbia ispirato le sue poesie?

Assolutamente, la natura è presente in quasi tutte le mie poesie, in particolare la natura del nord-est. Infatti, la mia prima poesia che ho pubblicato, “La mia Farfalla” riferimenti la neve, i fiumi, e le fogliame. New Hampshire è sempre una parte della mia vita. Molti anni dopo ho lasciato Dartmouth, ho comprato una casa in New Hampshire. Mi piace la natura lì, e anche, la casa è vicino a Dartmouth, in cui io do le lezioni.

Grazie mille! Lei dice cose meravigliose su Dartmouth, devo visitare!

Di niente, è stato fantastico per parlare!

Il tempo di John Ledyard a Dartmouth

Un’Intervista con John Ledyard

di Benjamin Nelson

John Ledyard

Alla radio, un intervistatore e John Ledyard si mettono al tavolo.
Intervistatore: Buonasera , sono qui con John Ledyard. Lui è un viaggiatore americano che è nato nel 1751. Parleremo del suo tempo a Dartmouth College. Ciao John Ledyard come va?
John Ledyard: Ciao, va bene grazie.
Intervistatore: Perché Dartmouth? Perché non sei andato a Harvard o Oxford?
John Ledyard: Non avevamo abbastanza soldi e volevo avere una avventura. Quando sono nato, mio padre era un capitano di nave. Quando avevo 11 anni lui è morto. Dopo ho abitato con mio nonno. Lui mi ha insegnato molto. Quando mio nonno è morto nel 1771 ho dovuto decidere che cosa fare. L’anno dopo ho deciso di studiare a una nuova università in New Hampshire, Dartmouth. Dartmouth aveva solo 3 anni e era molto piccola.
Intervistatore: Come era la vita per gli studenti di Dartmouth? Cosa avete studiato? Quale la classe che ti è piaciuta di più?
John Ledyard: Per gli studenti la vita era molto difficile. Perché per studiare a Dartmouth dovevamo essere un’agricoltore,un boscaiolo, e uno studente insieme. Dovevamo crescere, raccogliere e cucinare il cibo. Noi dovevamo fare tutto. Studiavamo latino, greco, matematica, e la bibbia. Le classi non mi sono piacevano. Quando avevo tempo libero non rimanevo a Dartmouth. Andavo nel bosco e sul fiume Connecticut. Io incontravo i miei amici indigeni americani. Loro mi hanno insegnato più di Dartmouth. Dopo solo uno anno a Dartmouth, sapevo che non potevo rimanere. I miei amici indigeni mi hanno insegnato fare una canoa. In primavera sono andato al fiume, ho abbattuto un grande albero, e ho costruito una canoa. Poi sono partito da Dartmouth. Non sono ritornato a Dartmouth per molti anni.
Intervistatore: Dove sei andato?
John Ledyard: Ho viaggiato in tutto il mondo.
Intervistatore: Bene. Scusi non abbaimo il tempo adesso per tutte le domande, buonanotte.

Un’Intervista impossibile con Shonda Rhimes

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Io: Benvenuto, Shonda. Spero che siete stati bene. So che si sta ancora lavorando su Grey’s Anatomy e Scandal, quindi grazie per essere venuta.

Shonda Rhimes: Grazie per avermi. Farei qualsiasi cosa per un giornalista a Dartmouth.

Io: Così a Dartmouth, so che hai una laurea in inglese e film. Hai sempre saputo che volevi fare lo scrittore per la televisione?

Shonda: Ho sempre amato scrivere. A Dartmouth ho incontrato alcune persone straordinarie che hanno lavorato e messo su spettacoli con me durante la scuola. Sono entrato nel “Black Underground Theater Association” a Dartmouth, dove mi piaceva dirigere e lavorare con altri studenti.

Io: Secondo te, era Hanover un buon posto di lavoro?

Shonda: Sì, Dartmouth È bello e colorato … quando non è inverno. Ho passato un sacco di tempo a scrivere presso il bellissimo campo da golf e il fiume Connecticut. Mi piaceva molta anche gli studenti a Dartmouth. La gente è molto cordiale e interessante. Gli studenti sono molto motivati per avere successo. Penso che passare del tempo con questi studenti mi ha aiutato a diventare uno scrittore più di successo.

Io: Pensi che il programma a Dartmouth ti dà il tempo libero di lavorare su cose che trovi interessante?

Shonda: Sì, il programma era molto flessibile per me. Potrei prendere tutte le mie classi il Lunedi, Mercoledì e Venerdì. Martedì e Giovedi mi sono concentrata sulla scrittura i miei sceneggiature e spettacoli per la scuola.

Io: So che ti ha data il discorso di inizio per gli studenti Dartmouth nel 2014, c’è qualche consiglio serio che daresti gli studenti di Dartmouth?

Shonda: Nel mio discorso, ho detto agli studenti Dartmouth che ho pensato che dovrebbero concentrarsi sui seguire i loro sogni. Dartmouth è una scuola incredibile con molte opportunità. Se si vuole avere successo, devono lavorare duro e non permettere a nessuno di fermarli.

Un’Intervista impossibile con Salmon P. Chase

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Cuomo:  Benvenuto Signor Chase. Pochi laureati di Dartmouth hanno lasciato un impatto così grande come Lei.  Tuttavia, sembra che molti studenti di Dartmouth non sappiano di lei oggi. Che cosa ha realizzato da quando si è laureato?

Chase:  Grazie Luca. Prima, non devi essere formale con me; siamo amici.  Mi puoi dare del tu.  Dopo il mio tempo a Dartmouth, ho avuto una buona carriera nel servizio pubblico. Mi sono laureato nel 1826. Mi sono trasferito in Ohio e sono diventato avvocato. Sono diventato il Governatore di Ohio e poi un Senatore di Ohio. Quando Abraham Lincoln è stato eletto il Presidente, sono diventato il suo Segretario del Tesoro.  Infine, sono diventato il giudice capo della Corte Suprema nel 1864.

Cuomo:  Impressionante! Durante la tua formazione a Dartmouth, come hai utilizzato il tuo tempo?

Chase:  Ero uno studente molto studioso. Ho trascorso la maggior parte del mio tempo con i libri. Amavo leggere. Il mio posto preferito per leggere era in Dartmouth Hall, stanza 109.  Quando io ero a Dartmouth, era un posto molto diverso. Non c’era la biblioteca di Baker. Non c’era Collis, o l’Hop. C’erano meno edifici sul campus.

Cuomo: Che cosa hai fatto per il divertimento, quando non studiavi?

Chase: Una delle mie cose preferite era fare le passeggiate lungo il fiume. Mi piacevano la brezza e l’acqua fresca. C’era molto meno da fare a Hanover quando ero uno studente, ma ci divertivamo lo stesso.  Come oggi, le fraternità erano una grande parte di Dartmouth. Ero un membro di Alpha Delta Phi.  Ho fatto molti amici nella mia fraternità.

Cuomo:  È interessante come alcune cose non cambino mai.  Ci devono essere altre cose che hai fatto mentre eri a Hanover, giusto?

Chase:  Ovviamente! Ho frequentato l’università prima che lo sci sia stato inventato, ma tuttavia ci siamo divertiti d’inverno.  Quando c’erano grandi tempeste di neve, facevamo sempre una battaglia a palle di neve.  Quando il tempo era più calda, facevamo escursioni in montagna.

Cuomo:   Doveva essere stato difficile viaggiare a quei tempi.  Come hai fatto?

Chase:  Per arrivare a Hanover, si doveva andare a cavallo o prendere una carrozza.  Era un viaggio lungo e ruvido.  Non c’erano molti posti vicino a Hanover . C’erano principalmente solo le fattorie.  Il villaggio e l’università erano molto più piccoli nel passato. Però, era ancora un luogo ideale per vivere e studiare.  Mi è piaciuto vivere in campagna. Era tranquillo e bello.

Cuomo: Sono d’accordo.  Hanover e Dartmouth sono molto differenti dal 1826. Ci sono molte altre cose da fare qui oggi. Non posso immaginare vivere qui nel 1826.  Ho bisogno delle comodità moderne.  Grazie per il tuo tempo Signor Chase.  Questa è stata una conversazione affascinante.

Chase:  Prego, Luca.  È stato un piacere mio.

 

Secondo Robert Frost, Gli Studenti Di Dartmouth Non Sono Più Cosi Bravi. Ha Ragione?

Ho fatto una intervista con Robert Frost

Aidan: Buona notte signori e signore. Sta sera siamo fortunati di parlare con Robert Frost, un poeta famoso che ha abitato in New England da qualche anno, e che prima aveva passato due mesi a Hanover.  Robert, grazie molto di fare questa intervista; so che è molto difficile di fare una intervista impossibile come questa.

 

Robert Frost: Di niente. Sono onorato di fare questa intervista con lei in Hanover, che è una città molto bella.

Aidan: Lei è troppo generoso. Però, ha ragione: secondo me, Hanover è una città più bella di New Hampshire. Allora, era in Hanover per due mesi quando era giovane. Come ha trovato Hanover da ottanta anni fa?

Robert Frost: Hanover era veramente differente a 1935. Era più semplice di oggi, e anche più rude.  Per esempio, non studiavano a Dartmouth le donne, e di conseguenza, gli uomini si comportavano come gli animali.  Se non mi credete, leggereste i registri di polizia.  Si trovano loro in Rauner, nelle collezioni speciali.

Aidan:  Ma cosa pensi delle gioventù di oggi?  Se non si comportano come gli animale, come si comportano?

Robert Frost:  Li ho chiamati “gli uomini” perché tuttavia la loro condotta riottosa, gli studenti da Dartmouth erano veramente gli uomini.  Era coraggiosi e avventurosi.  Oggi, gli studenti sono per la maggiore parte, viziati, impetuosi, e delicati.

Aidan: Se potessi, vorrei essere in disaccordo con Lei.  Lei ha descritto uno stereotipo popolare ma ciò nonostante non giusto.  Abito e parlo con gli studenti di Dartmouth ogni giorno, e penso che ci sono molti tipi di gente diversa a Dartmouth.  Certo, ci sono qualche persone noiose, pedante, e arrogante a Dartmouth, ma ci sono anche tante persone avventurose, motivate, e gentili.  Se si tentasse, si potrebbe trovare molti giovani ammirevoli e divertenti.

Robert Frost: Forse avrebbe ragione, Aidan.  Sono un uomo solitario.  È perché io non sono stato lunghissimo a Dartmouth.  Sono contente che può trovare così bellezza nei suoi compagni.

Aidan: Bene.  È tutta il tempo che abbiamo sta sera, ancora grazie molto per parlare con noi.

Robert Frost: Piacere mio.   Buona notte.

Aidan: Buona notte.

Una intervista impossibile con Rembert Browne

Rembert

Jeremy (Intro): Ciao, tutti, e benvenuto! Per l’intervista oggi, abbiamo Rembert Browne, un laureato del mio collegio, Dartmouth College. Lui è un giornalista molto popolare. Scriveva per ESPN da 2012 a 2015, e ora lui scrive per New York e alcune altre pubblicazioni. Scrive di sport, politica, e cultura pop. Recentemente, il sito Forbes l’ha detto uno dei “30 under 30.” Questa è una lista delle migliori persone che sono più giovani di 30. È un grande onore.

Io sono molto eccitato, e… (la porta apre e Rembert entra) eccolo 

Jeremy: Ciao, Rembert! Come stai?

Rembert: Sto molto bene. Piacere di conoscerti.

Jeremy: Piacere mio. Mi piace la tua maglietta (la maglietta dice “Dartmouth College” con un grande albero sotto le parole”)

Jeremy (to the audience): Il pino è un simbolo di Dartmouth, e lo noi diciamo “Lone Pine.”

Rembert: Grazie molto. Dartmouth era un posto speciale per me.

Jeremy: Anche per me. Tu facevi molto a Dartmouth, si?

 Rembert: Si, ma la cosa che preferivo era Viaggi. Per loro che non sanno (lui si rivolge al pubblico) Viaggi è una tradizione grande a Dartmouth. Prima di cominciare le classi, gli studenti nuovi vanno nella natura. Per cinque giorni, loro camminano, vanno in bicicletta, e fanno altre attività nella natura. Io ero molto coinvolto in Viaggi e incontravo alcuni dei miei migliori amici.

Jeremy: Si, anch’io amo i Viaggi. Anche, tu scrivevi per Il Dartmouth, il giornale, si? 

Rembert: Si, Il Dartmouth era il primo giornale per cui ho scritto, e io amo quella pubblicazione. Però, penso che la mia scrittura più importante durante il mio tempo a Dartmouth era le email che io scrivevo per la mia fraternità, Sigma Phi Epsilon. Ogni settimana, le persone erano eccitate per quello che vorrei dire, e imparavo ad essere divertente in questo periodo.

Jeremy: E questo stile divertente è stato la ragione Barack Obama ti ha invitato sull’AirForce One

Rembert: (Rembert ride e arrossisce) È stato un lungo periodo dopo mi sono laureato, ma sì. Gli piace che scrivo di argumenti importanti ma io rimangono divertente e intelligente. (Ride di nuovo) Io appena scrivo quello che io voglio, ma sono felice che la gente ama.

Jeremy: E le persone amano sicuramente la tua scrittura. Questo è tutto il tempo che abbiamo, ma ho una domanda finale. Che cos’è un articolo che hai scritto che gli italiani potrebbero piacere? Forse uno sugli Stati Uniti o Hanover?

Rembert: Interessante. Darò uno che è serio e uno che è divertente. Mi piace il mio articolo “Macklemore, Hillary, and Why White Privilege Is Everyone’s Burden.” È sulle sottigliezze della razza negli Stati Uniti. Anchè, il mio articolo “Who Won 2015?” È divertene, e offre una buona prospettiva sulla cultura americana.

Jeremy: Ho letto tutti e due, e mi piacciono gli articoli molto. Allora, grazie molto per la intervista, e buona giornata!

Rembert: Ciao!

Intervista con il Professore Torresani

Per la mia intervista, ho intervistato il Professore Lorenzo Torresani, un professore d’informatica a Dartmouth. È italiano e vive ad Hanover sei anni. L’ho intervistato lunedì all’ufficio del Professore Torresani.

Zach (Z): Di dov’è e che cosa l’ha portata a hanover?

Prof. Torresani (T): Sono nato a Tarantino e è una città nel Nord-Est dell’Italia. Molto vicino all’Austria, regione nelle Alpi. Ho vissuto in Italia fino al 1996 e poi mi sono trasferito in America per lavoro in California. E sono qui a Dartmouth dal 2009 per lavorare come professore.

Z: Le piace vivere ad Hanover?

T: Si, mi piace! È una sorpresa perché avevo un po’ di timore e un po’ di paura perché ho vissuto per tanti anni in città molto grandi: San Francisco, New York City, Cambridge (in Inghilterra). E qui, avevo po’ paura di vivere qua, invece mi piace molto, fare attività fuori, in bici, e mi piace camminare qui. Una buona opportunità.

Z: Pensa che il cibo e i ristoranti a Hanover sono buoni?

T: [Le risate] Ti dico la verità? No i ristoranti sono terribili. Penso che ingredienti della Co-op sono buoni, c’è una buona selezione così come in altri negozi, di cibi italiani, tutte cose fresche. Ma i ristoranti sono tremendi. Però Boston ha buoni ristoranti.

Z: Qual’è la sua stagione preferita ad Hanover?

T: Tutte le stagioni tranne la “mud season.” Mud season è tremenda da febbraio dico fine aprile è bruttisimo. Proprio brutto. Ma il resto dell’anno è molto bello. Mi piace l’estate, molto bella e fantastica, l’autunno anche c’è freddo, mi piace molto questo periodo dell’anno perché i colori sono bellisimi c’è quasi sempre sole, molto freddo ma c’è un po’ di sole è perfetto per andare in bicicletta. E inverno si può andare a sciare, è molto bello.

Z: Com’è essere italiano in America?

T: Ho abitato in varie zone dell’America: California, Bay Area, San Francisco, New York City, e adesso qua. È più facile essere italiano a New York City, veramente, perché c’è una vita più europea, ha tanta cultura e opportunità, anche più scelta di ristoranti. Si devono cambiare abitudini, quando si abita in un posto come Hanover. Ma è bene.

Z: Perchè ha deciso di essere un professore a Dartmouth e non in un’altra università?

T: Per due motivi, uno perché tra università che mi hanno offerto un lavoro, questa mi piaceva di più questo posto geografico, mentre altre erano o sulla costa ovest o nelle parte sud degli Stati Uniti. Mi piace più l’est. E l’altro motivo è che il dipartimento dell’università è piccolo qua per cui ho pensato che il posto dove riesce avere maggior impatto sull’università. Se vai in una grande università a un dipartimento con cinquante professori è difficile a avere un affetto concreto.

Il Professore Torresani è molto contento ad Hanover con le cose fare, le stagioni e Dartmouth , ma non è contento con opzioni per i ristoranti ad Hanover. Prima di intervistarli, non pensavo che i ristoranti ad Hanover erano terribili ma quando si confronta con i ristoranti in Italia, probabilmente sono terribili.

Intervista con Noemi Magugliani

Ho fatto questa intervista giovedì, il primo di Ottobre, con Noemi Magugliani, il “resident advisor” per il dipartimento di Italiano a Dartmouth, una piccola università ad Hanover, New Hampshire. Ci siamo incontrati nel suo ufficio a Dartmouth Hall. Lei viene ad Hanover da Milano per un anno. In quest’anno, ci sono tante cose che Noemi sperà di poter fare.


Cristina (C): Di dove sei in Italia?

Noemi (N): Sono nata a Varese. Mi sono trasferita diverse volte e negli ultimi tre anni ho vissuto a Milano.

C: Dove sei andata all’università?

N: All’ Università Statale di Milano, è l’università più antica, storica di Milano, in città ce ne sono sette.

C: Quanti anni hai adesso?

N: 22.

C: All’università hai attenuto l’equivalente del nostro Bachelor degree?

N: Si si.

C: E in Italia come si dice?

N: Laurea triennale.

 

C: Perché sei venuta a Dartmouth?

N: Io ho studiato tre anni in Statale. Il secondo anno ho avuto l’opportunità di trasferirmi in una residenza universitaria che in realtà è un collegio di merito che raccoglie 100 studenti delle 7 università di Milano e offre un programma didattica parallelo a quello dell’università: altri corsi altri seminari, altre conferenze. Al tempo stesso offre la residenza, quindi abbiamo un piccolo campus che non è l’università ma è collegata all’università. E questo collegio ha un accordo con Dartmouth per cui ogni anno uno studente di Dartmouth va a Milano e uno studente del collegio di Milano viene a Dartmouth. E così sono venuta a conoscenza della possibilità. I motivi per cui ho deciso di venire a Dartmouth sono tre direi: primo era la volontà di allontanarmi per un pò dall’Italia e, unito a questo, l’opportunità di fare un pò di pratica con la lingua Inglese, perché fuori dal contesto della classe molto spesso mi trovo a parlare in inglese con gli amici. In secondo luogo, mi è piaciuta l’idea di portare un po di lingua e culturaa qui con l’opportunità di lavorare con ragazzi che studiano la lingua italiana. In terzo luogo, questa esperienza mi da anche l’opportunità di lavorare sulla mia ricerca nella laurea Magistrale per andare avanti negli studi.

 

C: Di che cosa ti occupi nella tua ricerca?

N: Migrazioni e integrazione. Continuo a scrivere piccoli articoli e continuo a lavorare su questa ricerca.

 

C: Questa è la tua prima volta negli stati uniti?

N: È la terza volta. Sono stata nel 2005 in Florida a Miami per turismo. Poi sono stata nel 2009 a Phoenix. Sono stata a Phoenix in estate per un corso di lingua in Inglese a Phoenix, e poi ho viaggiato per turismo a Los Angeles.

 

C: E adesso tu sei stata a Hanover per un mese e qual’è la differenza più grande tra gli stati uniti e l’Italia?

N: Tantissime differenze. La piu’ grande e’ il campus, perche’ noi non abbiamo campus. In verita’ sono molto poche le universita’ che stanno iniziando a costruire dei campus. Quindi il mio primo anno di universita’ facevo la pendolare.

C: Cosa significa?

N: Pendolare, è una persona che lavora e vive in citta’ diverse. Mi alzavo la mattina molto presto, alle 5, prendevo il treno alle 6, per essere a Milano alle 8. Quindi avevo ogni giorno due ore di treno per arrivare a Milano e due ore per tornare a casa: tutto il mio primo anno l’ho passato in treno. Poi il secondo e terzo mi sono trasferita a Milano, e sono fortunata perché ho avuto l’occasione di vivere in un collegio universitario mentre la maggior parte degli studenti vive in case private, magari con altri studenti, a volte da soli, a volte con amici che non studiano…Dipende, però non c’è questa struttura dei campus che c’è qui.

C: Il pendolare è una cosa tipica degli studenti?

N: Noi scherziamo su questo…in realtà e’ un pò di slang, però tanti studenti sono pendolari e tanti lavoratori. È abbastanza comune. Anche perchè vivere a Milano è molto costoso, per cui molti studenti vivono fuori Milano. Continuano a fare avanti e indietro. Poi la seconda grande differenza è in classe perchè nella mia università c’erano classi con numeri molto grandi, per esempio ho avuto classi con 100 persone in aula, anche 150, i primi anni, per cui è uno stile di insegnamento molto diverso. Sicuramente questo è un campus, un’università che guarda molto a dare agli studenti tante opportunità per trovarsi fuori dei classi mentre in Italia non è tanto così. Per cui ci sono attività extra curriculari, e sono tante, ma in Italia un pò di meno. Queste sono secondo me le maggiori differenze.

 

C: E gli studenti, c’è differenza tra studenti che sono della stessa eta?

N: Si ci sono differenze. L’università che ho frequentato io è una università pubblica e diciamo che quindi c’è meno selezione all’ingresso. Quindi ci sono divari più ampi tra gli studenti. Ci sono studenti molto bravi, molto motivati, e poi ci sono anche studenti che invece fanno l’università tanto per farla. Secondo me qui gli studenti sono molto più coinvolti, nelle attività e nelle classi, in Italia è un pò diverso, siamo meno partecipi a quello che è il mondo universitario al di fuori delle lezioni.

 

C: Cosa vuoi fare quest’anno a Dartmouth?

N: Sto gia’ frequentando dei corsi qui di African American studies…Mi è piaciuto provare in prima persona come si studia negli Stati Uniti, o comunque in questo College rispetto all’Italia. Inoltre mi piacerebbe ritornare a parlare Francese…Poi mi piacerebbe viaggiare un pò. Nelle pause tra un term e l’altro….nuove amicizie che già sto facendo, mi piacerebbe continuare a conoscere ancora più studenti rispetto a quanto ho fatto fino a adesso. E ogni giorno c’è qualcosa che…oh, voglio fare anche quello…!

C: E la classe in African Studies e’ difficile per te da capire?

N: No, come comprensione, no. Neanche quella scritta. Sono stata abbastanza, secondo me, fortunata perché ho iniziato a studiare Inglese molto presto. Durante gli anni all’universita’  ho continuato a studiare e la maggior parte della mia tesi era basata su articoli e saggi in inglese. È molto semplice per me, studiare o comunque lavorare in inglese. Quello che un po’ mi manca e spero di migliorare e’ la conversazione… essere più fluente più sicura… non avendo mai vissuto in un paese anglofono non ho mai potuto veramente usare l’Inglese costantemente o essere circondata da persone che usano l’Inglese. E si riflette sul livello di  … adesso non mi viene la parola in inglese… che si riflette sulla capacità di essere fluenti in una lingua.

 

C: C’e’ una parte piu’ difficile di vivere ad Hannover?

N: Rispetto a Milano, la dimensione. Hanover è molto piccola rispetto a Milano. A livello generale, devo dire che per ora la difficoltà più grande è non avere una macchina…È un pò complicato soprattutto quando bisogna andare a fare la spesa… è un po difficile. Per il resto sono una persona che si adatta molto facilmente, quindi non ho tanti problemi a vivere in un paese diverso.

 

C; E tu hai detto che vuoi viaggiare, dove vuoi andare.

N: Allora, andremo a New York, presto… con il French advisor e German advisor. All’inizi di dicembre. Poi mi piacerebbe vedere un po’ la costa qui. Probabilmente verrà qualcuno della mia famiglia a trovarmi, forse mia sorella, che ha 16 anni, e mi piacerebbe portarla a vedere Boston, New York, e mi piacerebbe anche San Francisco però e dall’altra parte, è un pò complicato.

 

C: Tu sei la persona che fa tutto con l’Italian club. È tanto lavoro?

N: Abbastanza. Piu’ che altro nella prima fase di programmazione, trovare dei giorni e riuscire a mandare, organizzare le attività, non sembra ma a volte c’è tanto tanto lavoro dietro! Per organizzare una attività ti devi preoccupare di mille cose, prenotare la sala…

C: Ci sono tanti studenti nel club?

N: Si, ci sono abbastanza studenti. Mi rendo conto che la maggior parte degli studenti ha veramente tante tante altre attività. Per cui è un pò complicato riuscire a coinvolgervi, avere tanti studenti che partecipano. Gli appuntamenti fissi, quelli della tavola del caffe sono abbastanza frequentati. Poi ci sono serate di cinema, stasera c’è la prima. Poi ci sono altre attività. Ci sarà un cooking night. Abbiamo fatto anche un brunch con francese e tedesco, e probabilmente lo rifaremo il prossimo trimestre, non questo perché abbiamo passato 8 ore il sabato a cucinare… basta non ne posso più! E poi abbiamo i film, dei momenti insieme solo con il club italiano o con gli altri club…stiamo cercando di ampliare di aprire un pò le attività.


Noemi ha tanta energia, e lei sembra felice di essere ad Hanover. Lei è già occupata con le classi, il lavoro al “Global Village,” e le attività per “Italian Club,” ma penso che lei abbia il tempo per fare tutte le altre cose che vuole.

Spero di averle domandato più cose sulla vita a Milano – ho fatto più domande sull’esperienza di vivere qui. Ma ho imparato molto delle differenze tra gli Stati Uniti e l’Italia. Grazie a Noemi per aver fatto questa intervista!