La vita di Matteo Coppola ad Hanover

Matteo Coppola è un ’21 dall’Italia. Ci siamo incontrati la scadenza scorsa attraverso un’amica reciproca. Adesso, siamo amici. Matteo ha un fratello maggiore, che anche studia a Dartmouth. Anche se siamo amici, non so perché Matteo ha scelto Dartmouth, o se gli piaceva la sua vita in Italia! Quindi, gli ho domandato molte domande.

 

Come era la tua vita in Italia?

Io vissuto in Italia finché avevo otto anni. Quindi, avevo una vita… abbastanza semplice. Mio padre e mia madre mi mandavano a scuola francese. E la giornata era abbastanza normale andavo alla scuola nella mattina, poi il pomeriggio giocavo calcio, e la sera facevo i compiti.

 

Che cosa ti piace di Dartmouth?

Quello che mi piace di Dartmouth è che un’ottima scuola accademicamente riconosciuta in tutto il mondo. Poiché è una scuola piccola, però lo stesso tempo non così piccola perché ogni giorno conosci persone diverse. Credo che questo è un grande vantaggio per espandere la tua cultura.

 

Perché hai scelto Dartmouth?

Mio padre ha fatto il suo ‘masters’ a Tuck e quindi era molto fazioso se ho applicato a Dartmouth. Poi mio fratello è un junior a Dartmouth, e quindi ero molto entusiasta a fare una domanda qui. Quando sono venuto visitare, mi è piaciuta un sacco.

 

Che fai per divertimento ad Hanover?

Dipende, delle volte vado a giocare calcio, vado a sciare, poi sono uscito con i miei amici, comunque è divertente.

 

Che vorresti fare che non hai ancora fatto?

Credo che ci sono molte cose che non ho fatto, però la più urgente è fare la mia patente per incominciare a guidare.

 

É difficile per ambientarti?

Io sono stato in collegio da quando avevo nove anni. Quindi stare in dormitorio e dormire in dormitorio non è stato molto difficile per me perché ho molto abituato. È stato solo un poco più complicato ad adattarsi alla cultura americana. È molta diversa quindi ero un poco spaesato. Non sapevo veramente come interagisci.

 

Come i tuoi amici pensano degli italiani?

Credo che sanno agli italiani molto. Sono altre persone internazionali non mi pensano speciale, però sono ovviamente interessanti della cultura diversa.

La Vita di Maria Elena Sandalli a Hanover

Maria Elena Sandalli si è trasferita a Hanover da Roma quest’anno scolastico. Adesso lavora a Dartmouth. Lei è la mia insegnante di drill questo term per italiano tre. In questa intervista lei spiega la sua vita a Hanover, le differenze tra Italia e Hanover e cosa significa per lei vivere in questo paese.

Perché ha deciso di trasferirsi a Hanover?

Mi sono trasferita a Hanover perché ho trovato lavoro come Resident Advisor nel dipartimento di italiano e francese del Dartmouth College. Io ho studiato a Roma. Ho finito la mia magistrale a ottobre del 2016. Mi sono candidata per questa posizione tramite la mia università a Roma, la quale è una università partner del Dartmouth College.

Che tipo di lavoro fa qui? E cosa le piace di più del suo lavoro?

Lavoro come Resident Advisor nel dipartimento di italiano e francese. Faccio diverse cose. Aiuto gli studenti con italiano quindi lavoro come assistente dei professori. Poi, insegno drill e organizzo degli eventi del dipartimento. Gli eventi includono FRIT, La Tavola Italiana, La Trivia Night e i viaggi a Boston. Inoltre, organizzo incontri con gli studenti di italiano e con i residenti dell’Italian Language Community, un gruppo di studenti che vive insieme con lo scopo di parlare italiano e esplorare la cultura italiana: dal cinema, all’arte, al cibo e all’attualità. Io aiuto un’associazione di studenti italiani, l’Italian Club per organizzare i loro eventi e con la mia collega francese, Michaela, per organizzare i eventi collaborativi. La cosa che mi piace di più direi l’interazione con gli studenti e il fatto che è un lavoro molto creativo. Ho bisogno sempre i le nuove idee.

Dove ha abitato in Italia? Quali sono le principali differenze tra la vita in Italia e a Hanover?

In Italia ho abitato a Roma per cinque anni. Prima abitavo all’estero. Roma e Hanover sono molto diverse. Io preferisco molto di più Hanover. Roma è una città molto rumorosa, molto caotica con tante persone. La vita a Roma è più difficile e stressante perché Roma è una grande città trafficata e disorganizzata. Invece Hanover è piccola e tranquilla. Non c’è bisogno di prendere la macchina o i trasporti pubblici per spostarsi. Lo stile di vita è più sano perché non devi scontrare con troppe persone durante il giorno, non devi guidare la macchina nel traffico, e non devi andare molto lontano per fare la spesa. Puoi camminare. Quindi, la vita quotidiana è più semplice.

Come è la sua routine quotidiana a Hanover?

Mi sveglio presto, alle 6:30, per insegnare drill agli studenti di Italiano tre. Poi faccio colazione a Collis, mando delle mail o lavoro sugli eventi in programma per la settimana. Nel pomeriggio incontro gli studenti o seguo un corso sulla globalizzazione offerto dal dipartimento di Scienza di Governo. La sera ceno con i residenti della Casa Italiana o faccio yoga a MIT Yoga.

Cosa vorrebbe portare a Hanover dall’Italia se potesse?

Che cosa difficile! Non mi manca niente di Italia. Forse vorrei portare la mia macchina per uscire da Hanover durante i fine settimana e qualche libro a cui tengo particolarmente. Porterei il buon caffé!

Qual è la sua attività preferita da fare qui?

La mia attività preferita è le escursioni a Mink Brook che è un parco qui vicino. Sono andata a Vermont e a Hanover durante l’autunno per fare le escursioni in montagna e nei boschi, ma non adesso perché è più difficile. Mi piace osservare il cielo stellato e poter fare attività all’aria aperta.

Quali sono le principali differenze nella cucina?

La cucina italiana è più semplice e sana. Usiamo spezie, olii e salse in moderazione. Ci sono quattro o cinque ingredienti. La cucina americana è più grassa, ma ha anche molte influenze, soprattutto sudamericane e orientali. In generale, io non giudico il cibo. Quindi, per me il cibo qui è abbastanza buono. Per esempio, la pizza a FOCO non è terribile.

Hanover: la prossima fase

A Dartmouth Hall, Professore Giorgio Alberti si siede dietro una scrivania coperta di carte. È una vita che è molto diversa dalla sua vita in Italia. Ma, perché è diverso non significa che la vita qui ad Hanover, è peggio. Per Professore Alberti, Italia ed Hanover sono diverse fasi della vita. Hanover è dove la carriera del Professore Alberti è, questa parte della sua vita è professionale; L’Italia è stata la sua giovinezza.

L’Italia, per Professore Alberti, è incredibilmente diversa. In Italia non ha lavorato, e la vita era urbana e sociale. “Ogni sera si va fuori con una persona diversa, perché gli amici sono importanti”. La vita in Italia è spontanea perché ogni persona è molto diversa. E, non è diversa in un brutto modo. La vita in Italia è aperta; il fruttivendolo è il tuo amico, il panettiere è tuo amico, il medico è tuo amico; nessuno è lo stesso.

Due anni qui non sono stati sufficienti per adattarsi ad una nuova vita – essere un immigrato e navigare una nuova cultura sono grandi sfide; soprattutto ad Hanover. Hanover è una città molto piccola, ma al Professore Alberti piace quanto vicino la città è a New York e Boston. Nonostante quanto diversi questi due luoghi sono, al Professore Alberti piace il teatro, e quante attività Hanover ha. Secondo al Professore Alberti, l’aspetto migliore della Hanover è la cultura della comunità; altre università non investono più nella costruzione di una comunità.

Quando Professore Alberti studiava a Stanford, la cultura era molto di più diverso dalla cultura in Italia ed Hanover. Stanford era molto più indipendente e un’esperienza individuale. Dal momento che Stanford è una grande università, c’è meno comunità e meno di una comunità italiana. Qui, a Dartmouth, c’è un collegamento per l’Italia attraverso programmi in molti reparti (economia alla Bocconi, classici, arte, e tre programmi per la lingua italiana).

Anche se Hanover è molto diverso dall’Italia, la vita qui non è poi così diversa per Professore Alberti. Ancora, lui esce con i suoi amici, lui fa volontario, va al cinema. C’è un grande senso di comunità ad Hanover come c’è in Italia; il mercato degli agricoltori ed i venditori da Vermont gli ricordano d’Italia. Ora, c’è solo un senso forte di responsabilità nella vita del Professore Alberti. La regolazione è difficile, ma per il Professore Alberti Hanover è la prossima fase nella sua vita.

Un’intervista impossibile con John Ledyard

 

  • John Ledyard fu uno studente di Dartmouth e adesso lo conosciamo come l’omonimo del Ledyard Canoe Club. Nacque nel 1751 a Groton, Connecticut e morì nel 1989 a Cairo, Egitto. Sebbene abbia viaggiato tutto il mondo come un esploratore, un fante di marina, e un uomo d’affari, la sua vita avventurosa iniziò qui a Dartmouth. Ora, lui ci si unisce per dirci sulla sua storia.

 

    • Beh, sono qui. Cosa vuoi sapere?

 

  • Grazie mille, potrebbe Lei descrivere com’era Hanover quando abitò qua?

 

    • Era un luogo dove gli uomini molli potrebbero sentirsi duri, dove chi non aveva quello che serve per sopravvivere nella landa selvaggia fingevano essere uomini di frontiera. Era, come le tutte università, un posto al quale gli uomini ricchi andavano per convincersi e dimostrare alla società che erano, infatti, uomini.

 

  • E Lei? Ci rimase?

 

    • No, non per molto. Un anno dopo aver arrivato, partii in una canoa che avevo fatto con le mie proprie mani. Seguii il fiume alla fattoria di mio nonno. Ci vollero otto giorni.

 

  • Si! Questo è la ragione per cui, ogni anno, degli studenti vanno in canoa lungo il fiume al mare. Si chiama “Trip to the Sea”.

 

    • Ne ho sentito parlare. E poi, quegli studenti ritornano alla loro vita di comodità. Vorresti sapere cosa ch’io feci? Te ne parlerò. Mi unii a una navigazione in Gibilterra, nella Costa dei Barbari, e nel mar dei Caraibi. Sbarcai in Inghilterra ma fui arruolato presto come un fante di marina. Dopo aver viaggiato tutto il mondo con James Cook, fui rimandato in Canada per combattere nella guerra ma pensando fosse meglio disertare, ritornai a Dartmouth dove scrissi dei miei viaggi con James Cook. Credo che il mio libro, che finii nel 1783, sia stato il primo libro protetto da diritto d’autore in America.

 

  • E rimanesti qui per finire la tua educazione e laurearti?

 

    • No, non mi laureai. Mi cimentai con il commercio di pellicce, e cercai ad esplorare il continento americano passando per Russia, ma entrambi i tentativi non riuscirono. Questo non mi scoraggiò e arrivai a Alessandria nel 1788 per partire per una nuova esplorazione. Sfortunatamente, non andai lontano perché mi uccisi con l’acido solforico a Cairo nel 1789. I miei compagni mi seppellirono nelle dune dove ridiventai polvere.

 

  • Beh… d’accordo. Grazie per parlare con me. Buona serata!

 

 

Un’intervista impossibile con Dr. Seuss

Intervistatore: Buongiorno Signor Geisel? Dottore Seuss? Quale nome preferisce?

Dr. Seuss: Per adesso puoi chiamarmi Ted, e dammi del tu, siamo entrambi membri della famiglia di Dartmouth.

Intervistatore: D’accordo Ted, e il tuo punto della famiglia di Dartmouth è davvero ciò che ho voglia di parlare con te.  Potresti parlare della tua vita a Dartmouth e nel paese di Hanover.

Dr. Seuss: Dove dovrei incominciare? C’è molto da dire e ricordo pochissimo.  È passato po’ di tempo.

Intervistatore: Penso che possiamo cominciare con ciò che pensi sia cambiato e non cambiato da quando ti sei laureato.

Dr. Seuss: Beh, potresti aiutarmi a rispondere a questa domanda, ma penso che una cosa che sia la stessa il clima.  Fa ancora freddissimo in inverno?

Intervistatore: E in primavera, e in autunno, e a volte in estate.

Dr. Seuss: Si, quello è il Dartmouth che ricordo.  Ma seriamente, una cosa che è cambiata e il livello di isolamento dal mondo esterno.  So che Hanover sembra isolato oggi, ma nel mio tempo qui, quasi non c’era nessuna connessione con il resto del mondo. Non c’erano né televisioni, né telefoni portatili.  Ascoltavamo la radio e mandavamo lettere per parlare con i nostri genitori.

Intervistatore: Non posso immaginare un mondo senza la tecnologia moderna; ma per ritornare a Dartmouth, c’è una maniera che l’università ti ha preparato per la vita? È ovvio che la tua vita dopo la laurea non fosse totalmente normale, potresti parlare un po’ del ruolo di Dartmouth?

Dr. Seuss: Si, certo.  Penso che Dartmouth mi abbia aiutato in molte maniere. Dartmouth era il primo luogo dove ho scritto e pubblicato scrittura da commedia.  Scrivevo per il Jack-o-Lantern e alle fine sono diventato redattore capo. Anche Dartmouth mi ha preparato in maniere inaspettate. Quando ha cominciato La Seconda Guerra Mondiale, ho potuto aiutare lo sforzo bellico per fare vignette, poster, e cartoni politici.  Le classi diverse che ho seguito a Dartmouth, mi hanno fatto una persona migliore, un cittadino del mondo migliore. Ho potuto usare le mie abilità fuori le pubblicità e i libri per bambini.

Intervistatore: Si, penso che quella abilità sia una delle grandi forze di una educazione di Dartmouth.  Beh sfortunatamente Dottore, Penso che non abbiamo più tempo.  Mi è piaciuto molto parlare con te.

Dr. Seuss: Anche a me

Intervistatore: Arrivederci

Dr. Seuss: Arrivederci

Un’intervista impossibile con Salmon Chase

Io: Oggi intervisto Salmon P. Chase. Chase era il Segretario della Tesoreria quando Abraham Lincoln era il Presidente e poi era il giudice principale della Corte Suprema degli Stati Uniti. Lui si è laureato a Dartmouth nel milleottocentoventisei. Signore Chase, che faceva quando era vivo?

Chase: Sono più orgoglioso del mio lavoro per liberare gli schiavi e lottare per i diritti di tutte le persone di votare. Quando ero il giudice principale della Corte Suprema, ho dichiarato che i schiavi che sono scappati agli stati del sud dovevano essere considerato liberi. Ho dichiarato che non era costituzionale separare il paese. Ho sempre cercato di aiutare le persone meno fortunate, anche se non era popolare.

Io: Signore Chase, come hanno cambiato Dartmouth e Hanover da quando si è laureato?

Chase: Allora, la città universitaria è cresciuta molto. Quando io ero qui, questi edifici delle scienze e matematica non esistevano, e anche dei dormitori non erano qui. C’erano meno studenti. Mi fa ridere quando vedo come l’università ha migliorato. Ma la fraternità di Alpha Delta era qui. (Io ero un membro di quel gruppo.) La città ancora è piccola e bella, e ancora posso divertirmi per camminare nei boschi. Le persone ancora sono gentili, e le montagne ancora sono bellissime.

Io: Ha mai pensato di tornare a Hanover e abitare qui? So che amava molto questa area e l’università durante il suo tempo qui.

Chase: Spesso volevo tornare qui e vivere con tranquillità, ma era sempre più importante lavorare per il governo e cercare di cambiare la legislazione ingiusta del paese. Non avevo mai il tempo per rilassarmi. Ma adesso mi piacerebbe molto tornare e passare il tempo qui, dove avrò tempo per scrivere e leggere.

Io: Grazie mille per parlare con me, Signore Chase. Spero che torni per un’altra conversazione molto presto.

UN’INTERVISTA IMPOSSIBILE CON DR. SEUSS

Per la mia intervista impossibile io ho scelto Dr. Seuss. Io ho scelto Dr. Seuss perché tanti degli altri ex-alunni hanno storie ci sono più gravi e noiose.

WM: Buongiorno Dr. Seuss, come sta?

DS: Per favore, chiamami Theo. Io sto molto bene, e tu? Come stai?

WM: Sto bene anche, grazie. La mia prima domanda per Lei è qual era la sua parte preferita di Hanover, che non era una parte dell’Università?

DS: È una buona domanda! Io penso che la parte più speciale di Hanover sia la natura. A mi piacciono i tramonti durante la primavera, e il mondo di bianco durante l’inverno. Io vorrei ritornare a Hanover per vedere gli alberi colorati e per respirare l’aria fresca, ma io non ho il tempo perché io devo scrivere molto.

WM: Mi piace la natura anche! Come Lei, io vorrei che io ho speso più tempo al fiume o nelle montagne, ma ci sono un milione di cose che hanno bisogno del mio tempo!

DS: Spero che questa intervista non è una perdita del tuo tempo.

WM: No! Mi scusi! Non volevo offendere Lei!

DS: No, va bene. Qual è la tua seguente domanda?

WM: Mi dispiace. Perché Lei usa il nome “Dr. Seuss?”

DS: Ah si! È una storia più interessante, e un più scandalosa! Durante il mio tempo a Dartmouth, io scrivevo per il giornale commedia si chiama “The Dartmouth Jack-O-Lantern.” Un giorno io e miei amici bevevamo una bottiglia di gin nella mia stanza, quando la polizia del campus ha aperto la porta! Questo era un problema molto grande! Era durante il “prohibition,” e alcool non era legale! Per la punizione, il “Dean” ha deciso che io non potevo scrivere per il giornale! Ma, è chiaro che questo era una opzione impossibile!

WM: Ah! E Lei ha avuto bisogno di usare un altro nome per scrivere nel giornale?

DS: Di preciso!

WM: Lei è una persona molto interessante! Grazie per questa intervista!

Un’intervista impossibile con Eleazar Wheelock

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Josh: Buongiorno, Eleazer. Grazie per essere qui. So che Lei ha avuto un viaggio lunghissimo.

Eleazar: Piacere mio, Josh. Mi piace moltissimo essere qui, a Dartmouth, di nuovo.

J: Sì, questo ha senso. Da quanti anni non è stato a Hanover?

E: L’ultima volta che sono stato qui è stato più di duecento anni fa, quando sono morto.

J: Cosa pensa Lei adesso? Ancora Le piace Dartmouth?

E: Questo è una domanda complessa. Il Dartmouth di oggi è molto diverso dal Dartmouth di 1769, quando l’ho creato. Non so se sono d’accordo con tutte le alterazioni che i miei successori hanno fatto, ma ho amato Dartmouth dall’inizio e lo amo ancora. I dettagli sono diversi, ma l’anima e il cuore sono gli stessi.

J: Com’era Dartmouth in 1769?

E: Nel 1769, io e i miei aderenti abbiamo sgombrato gli alberi che coprono queste montagne. Hanover era già stato fondato, ma era più piccolo di oggi, se Lei può crederlo. Il primo gruppo di studenti, che consisteva di quattro uomini, si è laureato nel 1771. Si pensa che Hanover è lontano dalla civiltà oggi, ma era molto più lontano da tutto quando ero vivo. Ci si metteva molte ore per viaggiare agli altri paesi di New Hampshire, e ci si metteva molti giorni per arrivare alle città grandi vicino al mare. Non potevamo essere dipendente da nessun’altra località.

J: Lei ha ragione, io e gli altri studenti di oggi crediamo che Hanover sia molto isolato, ma abbiamo molte tecnologie che Lei non ha avuto nel 1769, come macchine e autobus e treni e aerei.

E: Si, mi piacciono moltissimo quei modi di trasporto. Quelle macchine sono molto veloci!

J: Si, gli aerei sono particolarmente una meraviglia. La tecnologia ha cambiato molto negli ultimi duecento anni. Se non è morto, e se Lei ha controllato Dartmouth per duecento anni, come sarebbe Dartmouth oggi? Sarebbe lo stesso, o sarebbe molto diverso?

E: In questo caso, Dartmouth sarebbe diverso. Io non avrei accettato ragazze all’università, come ho pianificato quando l’ho fondato. Non odio le donne, ma credo che un’università dove giovani vanno per imparare e studiare non dovrebbe avere sessualità. Dovrebbe essere dedicato alla educazione. Però, non sono arrabbiato perché una persona non dovrebbe controllare un’istituzione da sola. Un’università dovrebbe essere come un organismo vivo: dovrebbe cambiare e adattare, perché le idee cambiano costantemente. Il mondo cambia. Credo che il successo che Dartmouth ha avuto negli ultimi duecento anni mostra questo. Aspetto con ansia le alterazioni di Dartmouth nel futuro, e il successo che queste alterazioni porteranno.

J: Grazie, Eleazar.

L’intervista impossibile con Nelson Rockefeller

Per la mia “intervista impossibile” ho deciso di sedermi con un alunno molto qualificato. Si chiamava Nelson Rockefeller. Era il vice presidente degli Stati Uniti sotto il presidente Gerald Ford. Per la mia intervista, volevo imparare della sua esperienza a Dartmouth e a Hanover. Spero che l’intervista sia utile per gli italiani per comprendere la vita di Hanover.

Ava: Un caloroso benvenuto all’unico Nelson Rockefeller! Grazie per la partecipazione nella questa intervista!

Nelson Rockefeller: Buongiorno Ava! Sono felice di essere qui.

Ava: Ho alcune domande sul suo alma mater. Primo, qual è stata la sua parte preferita per l’università a Hanover?

Rockefeller: Sempre amavo la posizione di Dartmouth. Nel New England, c’è bellezze naturale nella montagna, nei laghi e nei fiumi. Mi piaceva fare escursioni in montagna o nuotare nel fiume con i miei amici.

Ava: Interessante, interessante. Voglio sapere più della vita di Hanover. Cosa avrebbe fatto per divertimento?

Rockefeller: Si mangiava ai ristoranti o si faceva una passeggiata intorno a Occom Pond. La città era molto piccola quando ero uno studente. La vita della città è il collegio.

Ava: Capisco. Può elaborare il ruolo del collegio nella vita sociale della città?

Rockefeller: Per una cosa, la vita sociale era molto dipendente dalle fraternità del collegio. Come un orgoglioso membro del Psi Upsilon, sono stato contento di questo ma capisco che sarebbe difficile senza una fratellanza per le attività sociali.

Ava: Posso solo immaginare. Credo che mentre Hanover si è sviluppata in una città più grande, la dipendenza dalle fraternità è diminuita. Per esempio, oggi, si fa al cinema o si fa spese ai negozi per diventarsi.

Rockefeller: E bene per ascoltare ma ancora amo Psi Upsilon. La mia fraternità era dove ho conosciuto i miei migliori amici a Dartmouth.

Ava: Capisco. Ho un’ultima domanda. Se potrebbe cambiare una cosa di Dartmouth e Hanover, vorrebbe farlo?

Rockefeller: Ovviamente no! Non cambierei niente.

Una Intervista Impossibile con Roberto Frost

Roberto Frost

AS: Prima di parlare, vorrei dire quanto amo le tue poesie. Sei uno scrittore molto fantastico, e credo che sia incredibile che siamo andati alla stessa università! Spero che questa intervista sia una possibilità per capire le tue poesie e la tua vita a Dartmouth. Pensi che il tuo tempo a Dartmouth abbia una influenza sulle tue poesie?

RF: Sì. Sono stato a Dartmouth per solo un semestre, ma penso che il mio tempo qui sia molto prezioso. Ho frequentato lezioni dai professori che mi hanno insegnato molto. Quando ero uno studente, mi piacevano le lezioni di letteratura. Erano difficile, ma molto importante. Molte delle poesie in cui ho scritto circa l’esterno sono state ispirate a Dartmouth.

AS: Hai degli esempi specifici di dove Dartmouth ha influenzato i tuoi scritti?

RF: Molte delle mie poesie si riferiscono alla natura e l’aria aperta. Questa area che include Hanover, la valle superiore, e Vermont era il posto perfetto per ispirazione. Davvero, c’è una cabina uno o due ore da qui dove io scrivevo durante il mio tempo libero. Non era un luogo specifico a Dartmouth, ma era vicino a Hanover e un ambiente simile perchè la mia cabina era isolata: così pacifica come questa scuola.

AS: Durante il tuo tempo qui, qual è stato il tuo posto preferito per scrivere?

RF: Non è una domanda difficile. Amavo la sala torre con le finestre che mostrano il verde. Ma non era il mio posto preferito per scrivere; mi addormentavo ogni volta!

AS: Anch’io! La sala torre è un luogo pericoloso per fare il lavoro perchè è buio e comodo, particolarmente durante l’inverno. Preferisco scrivere e leggere nella biblioteca Sanborn. Avresti detto che Sanborn era il tuo preferito se sei stato qui per molto di uno semestre e avresti trovato più posti per studiare.

RF: Si, non sono mai stato qui per l’inverno! Ma l’autunno era fantastio. Quando le foglie hanno cambiato colori, non avevo mai visto la natura così bella. Camminavo vicino allo stagno e mi piaceva essere all’aperto sul verde.

AS: Tu sei ritornato qui per insegnare. Durante questo periodo e il tuo tempo come studente, quali momenti sono stati i tuoi ricordi migliori?

RF: La mia memoria preferita era la festa quando gli studenti correvano attorno alla pira. Anche, mi piaceva la cerimonia di iniziazione. Tutta la classe era insieme e illuminavano le candele nella Bema.

AS: Queste sono due delle migliori tradizioni di Dartmouth. Ora c’è una statua—la scultura “Roberto Frost” —accanto alla Bema, la area vuota nella foresta. Si dice che la statua darebbe fortuna quando si tocca la sua testa.

RF: Avrei amato la statua quando ero uno studente. Avrei scritto le mie poesie vicino a lui!