Al museo: Serge Hambourg’s photos – 2013

Ecco le domande che abbiamo discusso oggi, leggermente modificate. Aggiungete le vostre osservazioni personali sulle relazioni tar le immagini e ciò che abbiamo letto in classe/visto nel film. le domande sono in inglese ma il blog, come sempre, sarà in italiano. 

1. The photographs you saw today were taken mostly during the month of May 1968 in Paris. In looking at the scenes they show, what do you feel that they don’t show about those events? What scenes are missing that the photographer might have captured?

2.  After looking at the images today, and having studied the related events in Italy, what is similar and what is different?

3. How do these photographs reflect the Zeitgeist of 1968?

4. In the poem by Pier Paolo Pasolini, he speaks about the police as coming from a disenfranchised section of society. Do any of the images of police make you think of this poem? If not, why?

 

 

4 Responses to Al museo: Serge Hambourg’s photos – 2013

  1. Stephanie says:

    Mi ha colpito la foto in cui il poliziotto trascina una persona attraverso il pavimento. Il poliziotto la trascina come se si annoia. Sembra che sia un evento normale, una cosa che succede ogni giorno. Le persone nel sfondo non reagiscono.

    Quella foto è diversa dagli altri di Hambourg. Come abbiamo discuto al Museo di Hood, Hambourg non fotografa nel centro della azione. Però, qui si vede l’interazione tra la polizia e i manifestanti. Mi ricorda dei manifestazioni in Italia e nel film La Meglio Gioventù. Quella foto mostra il scontro di potere.

  2. Gabas says:

    Gli eventi di Parigi sono un po’ simili ai questi in Roma in 1968. Come abbiamo parlato nel museo mercoledì, c’erano molti giovani negli scioperi in Parigi e in Roma. Nelle fotografie abbiamo visto molti studenti nelle piazze chi non erano contenti con la sistema di educazione.
    Penso che le fotografie non mostrano cosa hanno fatto le donne durante questi scioperi. E’ molto interessante e un po’ strano che non c’erano le donne nelle queste fotografie.
    Mi piace la foto della piazza grande con molte persone perché mostrava quante persone non stavano conteni con il governo e le leggi e tutti hanno voluto i cambiamenti.

  3. Graylin says:

    Mi piace quest’idea di “zeitgeist.” Abbiamo visto alcune foto francese invece di quelle d’Italia, e penso che questo sia evidenza dello zeitgeist di 1968. È importante che gli eventi francesi degli anni sessanta siano comparabili a quelli che sono successi in Italia. Come ha detto Signora Hart, non c’erano né internet né cellulari, è così questa similarità sia anche più indicativo del ambiente rivoluzionario.
    Il genere di foto-giornalismo è proprio interessante. È un tipo di immagina moderna, un tipo che cerca di rappresentare “la verità” però è importante sapere che queste foto sono manifestazioni di una persona individuale con macchina fotografica. Così non è possibile avere le foto senza mediazione dal fotografo. La stessa idea è appropriata alle opere che abbiamo visto al Hood. Hambourg ha fatto delle decisioni nelle sue foto. Mi è piaciuto la foto del cortile dell’università. Hambourg ha deciso fare la foto in cui l’architettura è simmetrica, incorniciando lo spazio al dentro, è quest effetto crea un senso di tranquillità che contrasta il caos della protesta. È importante pensare a questi effetti quando si guardano alle foto di questo genere.
    Per me, è interessante che Hambourg abbia deciso lasciare la foto per quattro decenni senza svilupparle. Vorrei sapere perché ha finalmente deciso tornare alle negativi.

  4. Cynthia Madu says:

    Mi sono piaciute la storia e le foto di Francia nel suo movimento studentesco. Non pensavo che le foto hanno mostrato la realtà del movimento in cui c’erano violenza e morte. Le foto hanno mostrato la pace che è successo tra i momenti di violenza. Il movimento italiano e francese era simile perchè tutti i due erano la maggior parte un movimento degli studenti. Però, il movimento italiano non ha cambiato nulla. La polizia nelle foto francesi non sembravano come hanno nel poema di Pier Paolo Pasolini, non sembravano poveri oppure privare dei diritti civili. Mi è piaciute questo giro al museo e ho saputo tanto dei movimenti studenteschi francesi e italiani.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *