Lettera a una professoressa

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4 Responses to Lettera a una professoressa

  1. Eliza Encherman says:

    Questa lettura mi piace perche’ mi fa pensare a come sono similari e differenti le scuole qui oggi con quei d’Italia nel 1968. L’esempio del testo con Gandhi mi ha colpita il piu’ – nove righe per descriverlo? Davvero? Mi piacerebbe vedere piu’ com’e’ la differenza dell’informazione fra une di questi testi e un testo piu’ oggietivo – come presentano l’informazione, cosa decidono di non dire? Al altro lato, molti dicono che nostre scuole non insegnano al livello degli studenti. Non sono piu’ cosi’ autoritariane, ma spesso le regioni ricche hanno scuole ottime mentre altre hanno meno ricorsi. E’ inevitabile o abbiamo modi di aggiustarlo che non usiamo? Hanno i nostri studenti lo stesso atteggiamento come quegli italiani?

  2. Itai says:

    Dopo aver letto questo brano, “Lettera a una Professoressa,” penso che gli autori facciano alcuni argomenti molto potenti. Commentano che in questo momento (gli anni ’60), le lingue sono un strumento per distinguere tra le classi. Colui che parla un certo dialetto e’ considerato essere ignorante e quindi povero. Nonostante che la Costituzione garantisce il diritto di trattamento uguali senza riguardo di lingua, non e’ la realta’ affatto. Per lo piu’, sono stato colpito dalla critica all’individualismo perche’ gli avevo sempre pensato una cosa buona nella societa’ moderna. Ma capisco gli argomenti iscritti. L’individualismo puo’ creare una mancanza di cura per la famiglia e gli amici, cose molte importanti in ogni vita. Inoltre, e’ un bel punto che la storia e’ principalmente focalizzata sulle guerre, i re, e altre cose non molto importante. Sono d’accordo che le storie piu’ importanti e piu’ interessanti sono quelle dell’uomo commune, che soffre e lavora giorno dopo giorno per migliorare se stesso, la sua famiglia, e il suo grande paese.

  3. Zonia says:

    Penso che il titolo è fuorviante. Non è un lettera a una professoressa ma molto di più. La lettera critica molte delle ingiustizie importante del mondo in modo diretto e perfetto. Mi piace molto. Di nuovo vedo come alcune parole possono essere vere molti anni dopo, come

    “…Il telefono è una macchina per non vedere in faccia e non entrare in casa.”

    “Io con quei compagni sono stato a scuola un anno e della loro casa non so nulla.”

    “Tanto ognuno ascolta solo a se stesso.”

    “I ricchi le cristallizzano per poter sfottere chi non parla come loro. O per bocciarlo.”

    Comunque, mi sono sorpresa la Scuola di Servizio Sociale. Di dove vieni quest’idea y perché? Qual’è il obbiettivo?

  4. Zhenwei says:

    Dopo aver letto questa lettura, tornerò e modificare il commento.

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