Un’intervista impossibile con Dr. Seuss

Intervistatore: Buongiorno Signor Geisel? Dottore Seuss? Quale nome preferisce?

Dr. Seuss: Per adesso puoi chiamarmi Ted, e dammi del tu, siamo entrambi membri della famiglia di Dartmouth.

Intervistatore: D’accordo Ted, e il tuo punto della famiglia di Dartmouth è davvero ciò che ho voglia di parlare con te.  Potresti parlare della tua vita a Dartmouth e nel paese di Hanover.

Dr. Seuss: Dove dovrei incominciare? C’è molto da dire e ricordo pochissimo.  È passato po’ di tempo.

Intervistatore: Penso che possiamo cominciare con ciò che pensi sia cambiato e non cambiato da quando ti sei laureato.

Dr. Seuss: Beh, potresti aiutarmi a rispondere a questa domanda, ma penso che una cosa che sia la stessa il clima.  Fa ancora freddissimo in inverno?

Intervistatore: E in primavera, e in autunno, e a volte in estate.

Dr. Seuss: Si, quello è il Dartmouth che ricordo.  Ma seriamente, una cosa che è cambiata e il livello di isolamento dal mondo esterno.  So che Hanover sembra isolato oggi, ma nel mio tempo qui, quasi non c’era nessuna connessione con il resto del mondo. Non c’erano né televisioni, né telefoni portatili.  Ascoltavamo la radio e mandavamo lettere per parlare con i nostri genitori.

Intervistatore: Non posso immaginare un mondo senza la tecnologia moderna; ma per ritornare a Dartmouth, c’è una maniera che l’università ti ha preparato per la vita? È ovvio che la tua vita dopo la laurea non fosse totalmente normale, potresti parlare un po’ del ruolo di Dartmouth?

Dr. Seuss: Si, certo.  Penso che Dartmouth mi abbia aiutato in molte maniere. Dartmouth era il primo luogo dove ho scritto e pubblicato scrittura da commedia.  Scrivevo per il Jack-o-Lantern e alle fine sono diventato redattore capo. Anche Dartmouth mi ha preparato in maniere inaspettate. Quando ha cominciato La Seconda Guerra Mondiale, ho potuto aiutare lo sforzo bellico per fare vignette, poster, e cartoni politici.  Le classi diverse che ho seguito a Dartmouth, mi hanno fatto una persona migliore, un cittadino del mondo migliore. Ho potuto usare le mie abilità fuori le pubblicità e i libri per bambini.

Intervistatore: Si, penso che quella abilità sia una delle grandi forze di una educazione di Dartmouth.  Beh sfortunatamente Dottore, Penso che non abbiamo più tempo.  Mi è piaciuto molto parlare con te.

Dr. Seuss: Anche a me

Intervistatore: Arrivederci

Dr. Seuss: Arrivederci

Una Intervista Impossibile con Theodore Geisel

Scrittura 1

 

Gina: Oggi, parlo con Theodore Geisel, chi anche si chiama Dr. Seuss. Buongiorno Theodore! Come sta?

Theodore Geisel: Sto bene, grazie!

G: Lei è andato a Dartmouth tra 1921 e 1925. Perché ha deciso di andare lì?

T: Sono di Springfield, Massachusettes, che una città vicino a Hanover. Nella mia scuola, ho avuto un professore che è andato a Dartmouth. Lui è stato molto intelligente e stimolante, e lui mi ha convinto andare a Dartmouth.

G: Come è stato vivere ad Hanover?

T: Mi piacevo vivere ad Hanover. Penso che la foresta sarei bella e la città sarei tranquilla. Ma, non mi piacevano il mio dormitorio. Il mio amico ha scritto un libro e noi siamo usciti. Quando noi siamo ritornati, il dormitorio bruciava! Lui ha perso il suo libro!

G: Che triste! Come ha cominciato di scrivere a Dartmouth?

T: Quando ero nel mio primo anno a Dartmouth, ho scritto “Il Jacko”, una rivista divertente. Sono diventato l’editor e scrivevo la maggior parte degli articoli. Io ho disegnato i fumetti, solo per divertimento. Era allora quando ho iniziato sposare le parole e immagini insieme. Mi piaceva scrivere sul la politica e i fumetti fanno più scuro.

G: Cosa era il clima politico a Hanover?

T: Quando ero un studente, Hanover era molto conservatore. Io scriveva i fumetti liberi, particolarmente i fumetti contro la guerra. Erano controverso. Da allora, Hanover diventava più libero, ma il demografico è soprattutto bianco e ricco.

G: È vero! Perché Lei scrive sul il nome “Dr. Seuss”?

T: Ah! È una storia molta divertente! Una sera a Dartmouth, ho avuto una festa con I miei amici. Era Proibizioni, quindi noi non potevamo bere. Io ho dato il gin con i miei amici, e l’amministrazione mi ha preso. Che triste! Loro mi hanno costretto abbandonare Il Jacko. Ma adoravo Il Jacko, e ho deciso scrivere sotto uno pseudonimo.

G: Tutti sono felice che Lei ha fatto. Grazie mille signor Geisel!