Un’intervista profonda: l’opinione di Noemi Magugliani

Il venerdì, ventidue di gennaio, ho intervistato Noemi Magugliani, il “Italian Residence Advisor” e tutor per molti studenti sulle sue esperienze vivendo a Hanover. Lei è stata cui per cinque mesi e ha avuto tempo per conoscere le differenze tra due culture.

 

Aidan: “Ciao Noemi, grazie per quest’incontro. Ho solo poche domande per te riguardo a tue esperienze qui a Hanover. Prima, una domanda aperta per riscaldare l’acqua—Che pensi di Dartmouth? Hai pensieri generali? Ti stai divertendo? C’è qualche che ti ha arrabbiata?”

 

Noemi: “Mi sto divertendo molto. Dartmouth mi piace. È un lavoro interessante perché posso stare molto spesso con gli studenti. Che è una cosa che mi piace molto. Posso organizzare delle attività che mi interessano. Posso parlare di argomenti molti diversi. Drill a mattina è un po’… stancante però mi piace… e Dartmouth e molto diverso dall’università in cui ho studiato, quindi è sicuramente un’esperienza molto interessante per me.”

 

A: “Si, grazie. Eh, anche, c’è qualche cosa che le tue aspettative della città di Hanover o dell’università? E qualcosa ti ha colpito quando sei arrivata o che ancora ti preoccupa?”

 

N: “Allora devo dire che la città è molto piccola. Di solito… tutto quello che gli studenti fanno…a maggiore parte che quello che gli studenti fanno è all’interno dell’università. Mentre mi aspettavo qualcosa di più…fuori da Dartmouth. Invece devo dire che è quasi come se Hanover fosse Dartmouth. Quindi mi aspettavo forse qualcosa di più al livello di servizi nella città di Hanover che fossero fuori da Dartmouth. Ehm, delle cose che meno colpita… O bella domanda… Una delle cose… che più meno colpita è stato esperienza di una…di seguir un corso. Ehm, qui a Dartmouth devo dire si è per la dimensione delle classi che è inferiore rispetto a… che è molto inferiore in rispetto alla dimensione delle classi in Italia. Sicuramente la ottima qualità di insegnamento e anche una capacità degli studenti di soprattutto per le lingue di imparare velocemente e facilmente.

 

A: “E cosa pensi della cultura academica di Dartmouth? In quale mode gli stili e l’amministrazione sono differenti di quelli all’università italiana?”

 

N: “Quello che mi piace di Dartmouth è che offre veramente tante opportunità extraaccademiche oltre a un ottimo livello academico. Sono tutte opportunità extra che ci sono e ci mancano un po’ in Italia. In Italia il livello dell’università è molto alto. Quindi per questo mi ha sorpresa ma non particolarmente il livello di Dartmouth. Pero mi sorpresa la quantità di conferenze, seminari, opportunità di viaggiare all’estero di studiare fuori—tutte queste cose. Sono rimasta piacevolmente sorpresa da tutto questo. Ehm…mi…si queste sono le cose che mi hanno colpato di più. Poi il livello di… l’Hopkins Center è bellissimo. È una cosa che in Italia manca totalmente e [anche] un collegamento tra le università…

 

A: “O, davvero?”

 

N: “Le strutture extrauniversitarie ci sono…ma molto molto poco. Mentre qui pur essendo una città piccolissima, c’è un centro che offre film, spettacoli, concerti, di tutto.”

A: “Si.”

 

N: “E anche al livello di cosa che non c’è in Italia… che può sembrare un po’ stupido però secondo me serve a creare uno spirito di appartenenza di gruppo sono tutti i club che ci sono qui e anche gli sport. In Italia è rara trovar un’università che abbia delle squadre cosi presenti nella vita universitaria.”

 

A: “E, da questo—cosa pensi della vita sociale a questa università nei boschi di New Hampshire? E, secondo te, come andrebbe…scusami…la vita universitaria qui se saremmo in centro della città come Milano? E secondo te, sarebbe meglio o peggio?

 

N: “La vita sociale di uno studente di Dartmouth è abbastanza limitata ad altri studenti da Dartmouth. Cosa che invece in Milano per esempio, non succede, molto raro. A Milano, si esce con compagni di università, ma si esce soprattutto con amici che frequentano un altra università di Milano. Per esempio, io ero dalla [università] Statale, pero uscivo molto spesso con ragazze di Politecnico, che quello studiavano… ehm…”

 

A: “Ingegneria, e… si”

 

N: “Non soltanto una materia diversa, cosa che succede a Dartmouth ma anche proprio in una struttura diversa con un’amministrazione diversa e con eventi diversi.”

 

A: “Sempre dimentico che non ci sono le università ‘Liberal Arts’ in Italia.”

 

N: “Esatto, e questa è un’altra cosa che mi piace molto di Dartmouth. Si possono in qualche modo scegliere due campi di studio relativamente diversi di loro e trovare poi una connessione. Mentre in Italia, abbiamo un sistema molto diverso per cui si sceglie già all’inizio un ‘major’…e si continua sul quel percorso per tre anni, o cinque anni, dipende. Mentre qui si può comunque variare molto. Per esempio si può prendere un ‘major’ in neuroscienze e un ‘minor’ in italiano, cosa che in Italia, impossibile.”

 

A: “Anche, mentre stiamo parlando della vita sociale, cosa pensi della maniera in cui regoliamo e vediamo l’alcol negli Stati Utili in generale e a questa università in particolare.”

 

N: “Mhm, in Italia, l’età legale per bere è sedici anni per la birra e gli alcolici leggeri. Diciotto per tutti gli altri alcolici quindi già c’è una differenza al livello di legge. Quello che mi ha sorpresa…non ho frequentato molto…la vita sociale notturna di Dartmouth, pero sono stata a qualche festa organizzata dai ‘grad student’ ed è incredibile come…in alcuni locali in una festa ci sia l’alcol gratuito…e…in quantità industriali. (Risate delle due). È una cosa che in Italia è più rara. Ehm… è un po’ uno shock all’inizio, per esempio in Italia raramente chiedono i documenti quando si compra la birra o il vino o questo cosa, mentre qui lo chiedono spesso. Ehm…non so…non ho… un’opinione un po’… controversa sull’alcol, ma perché penso che ventun anni è un’età eccesiva, come limite. Ma anche perché poi andando in giro per il campus ci si rende conto che comunque non è sempre rispettata questa limita di ventuno anni.”

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