L’intervista con Filippo Ciabatti

Un’intervista con Filippo Ciabatti, il conduttore dell’orchestra a Dartmouth College.

Jackie Pageau: La prima domanda è, Di dov’è in Italia?

Filippo Ciabatti: Firenze

J: Lei è di Firenze?

F: Si

J: C’è una comunità degli italiani quando è arrivato a Hanover?

F: Penso di si, no? C’è una comunità degli italiani a Hanover. Non so molto ma penso di si.

J: Che cose le manca di più dell’Italia?

F: Dell’Italia? La cosa che mi manca di più è il clima. Qui è molto, molto freddo e in Italia non è cosi freddo. Mi manca il cibo. E ovviamente in Italia è buonissimo; Qui è diverso, diciamo. E poi mi manca la famiglia… la famiglia e le persone più care.

J: Ci sono cose che Lei può fare a Hanover che non può fare in Italia?

F: Sicuramente, andare nel bosco, incontrare i animali, nella natura. Posso fare in Italia ma non posso fare a Firenze, dove sono di solito io. E quindi l’autunno è molto bello. La natura è molta incontaminata. In Italia non c’è il Dan & Whit’s. Fare un attrazione del luogo. Parlare inglese così tanto ovviamente. Cosa altro posso fare qui ma non posso fare in Italia. Devo dire, per esempio, ieri sono andato sullo slittino per la neve.

J: Oh, si

F: Quello de tube, quello non ho mai fatto in Italia.

J: Si, Qual è la cosa che gli ha scioccato di più quando è arrivato a Hanover? Se c’è una cosa.

F: A Hanover, non tanto. Non sono rimasto molto scioccato da Hanover perché ero da tanto già negli Stati Uniti. Sono rimasto scioccato dagli stati uniti quando sono arrivato, si! Sono rimasto scioccato da questi supermercati enormi, tutto aperto, ventiquattro sul ventiquattro. Sono rimasto scioccato da Walmart che aveva le arme, le pistole da una parte e dentifricio dall’altra. E sono rimasto scioccato dalla cultura molto diversa diciamo dal atteggiamento diverso dalle persone. Certamente all’inizio sono molto diverso in Italia.

J: Ho un’altra domanda. Studiare la musica è diverso a Hanover che in altri paesi?

F: Spero che sia diverso sì, perché Dartmouth non è veramente una scuola di musica. È una scuola di “liberal arts” no? C’è un piccolo dipartimento di musica. Per cui, chi fa la musica con me, i miei studenti sono tutte persone che hanno altre attività: ingegneria, architettura, economia, scienze politiche e non la musica. E quindi, e però sono molto bravo e hanno molta passione. Alcuni studiano la musica, alcuni si, ma la maggioranza non è la musica la loro prima materia. Diciamolo interesse. E quindi sono, alcune sono anche molto bravi e dedicati. Che suonano bene. Quindi diciamo che è diverso, è molto interessante.

J: È difficile perché gli studenti fanno molte cose?

F: È difficile, si perché gli studenti fanno molte cose. E quindi è difficile e anche per gli studenti avere la possibilità, e il tempo, di studiare.

J: Si! Bene, Grazie.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *