Il quarantesimo anno di Montshire Museum: una porta verso la realizzazione intellettuale

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(Il murale invita menti curiose al museo con immagini di quarant’anni di felicità e scoperta)

Quando sto attraversando il ponte Ledyard, guardo sul fiume all’edificio grigio e bianco che sale dagli alberi—il Montshire Museum of Science. La strada tra campus e il museo è lungo, coperto con la ghiaccia nera e vicino alla strada statale. Ma i miei piedi conoscono la strada bene e giro alla sinistra alla rampa lunga verso la porta. Ricordo molte volte passando qui ai sentieri aspri e anche il tempo quando un orso mi ha aggredito alla notte l’autunno scorso. Era un momento d’orrore tra molte ore divertenti e splendide alla sponda ovest del Connecticut.

(L’esterno semplice del museo cela un mondo di scienza e esperienze indimenticabili)

Il luogo sereno nasconde un tesoro delle informazioni sulle scienze fisiche, chimiche, e biologiche. Ci sembrano inaccessibili, no? Ma queste scienze guidano i movimenti lenti e determinati della natura. Quando creiamo ponti tra idee difficili e luoghi familiari (per esempio, la valle intorno al fiume), creiamo una terra ferma per la comprensione. Al museo, tutte queste cose si presentano al pubblico di tutte le età. Quando sono entrato nelle porte grandi, un afflusso di spettacole e rumori familiari mi incontrano. Quest’anno è il quarantesimo anniversario del museo e l’interno dell’edificio è pieno di energia. Ci sono due mostre nuove. Anche, un murale grande accoglie il pubblico con foto delle persone che si divertono qui. In croce del murale sono le stesse in verità—genitori e bambini scoprendo i misteri delle scienze naturali per giochi e mostre interattive.

(La tavola mostra l’effetto Coriolis che governa la rotazione e la velocità dei uragani. Tra la tavola interattiva i bambini possono fare esperimenti con le forzi angolari. Come fisico, mi piace molto.)

“Questo è soprattutto un luogo felice”, Ann, un veterano di nove anni del museo, mi dice, “tutti stanno imparando e ridendo insieme”. Secondo lei, e anche me, il fascino del museo ha contribuito allo numero in crescita dei donatori e dei membri. “Una politica che ha apparito due anni fa è il nostro programma dell’amissione bassa per persone che sono mal pagate. Adesso, ci sono più persone povere che vengono con i loro figli. Con i bambini, è meglio andare al museo molte volte che solo un giorno nell’anno.” Mentre stiamo parlando, Ann ferma per fa entrare a una famiglia con una carte di ammissione economico. I bambini corrono con entusiasmo a uno delle mostre più popolari che spiega la tensione superficiale con le bollicine. In questo minuto, posso vedere l’impatto del museo in verità e me l’ha dato un senso della speranza per il futuro dell’educazione regionale. Qui a Dartmouth, abbiamo tante risorse intellettuali che non diffondono alla valle. Il museo di Montshire sta provando di creare un’ambiente di curiosità importante che l’università non può offrire.

(Un padre e le sue ragazzine giocano nella mostra di bolle. Quando la bambina alza l’apparato un universo di colori sciama alla superficie del sapone.)

Con i cambiamenti vengono uno spirito revitalizzato nel museo senza pretese. Ann mi ha raccontato: “I membri nuovi ci hanno dato un gran momento al museo per l’anniversario”. Mentre sto fotografando uno delle due mostre nuove sullo spettro elettromagnetico, il direttore del Museo, Marco, mi avvinca. Il uomo magro sta indossando un abito nero (e un po’ fuori misura) e un sorriso onesto. Lui è lieto di parlare del nuovo “gruppo delle esposizioni sperimentali” che sempre stanno progettando nuove mostre per distribuzioni temporanei ogni tre o quattro mesi. Lo sviluppo creerà un museo che starà sempre cambiando. Il risultato? Più mostre, più visitatori e più ragioni per rivisitare il museo molte volte nell’anno e incoraggiare uno apprezzamento della scienza per molte generazioni del pubblico.

(L’entrata della mostra Human Plus presenta tre congegni che servono le persone handicappati. La mostra contiene molte cose come queste per descrivere come funzionano. Per esempio, c’è un computer che i visitatori possono usare per carattere con solo i movimenti della testa)

Dal punto di osservazione alla cima del museo, posso vedere il ponte Ledyard dove sono stato due ore fa. Ma anche si può vedere un futuro brillante per il museo Montshire e per la gente della valle. È solo una parte di una sistema sociale complessa nella valle ma ci sono molte persone qua che stanno migliorando la qualità della vita per tutti. Come Marco me ha detto “abbiamo [a Montshire] una combinazione di interni belli e boschi belli che è una cosa fortissima come museo—ma è più di questo. I membri e gli impiegati del museo, giovani e vecchi, sempre stanno imparando, e tra il museo, possiamo connettere alla terra, le scienze, e i nostri talenti come menti curiose”.

(Se vuole imparare un po’ della scienza e nature—spero che faccia una pazzeggiata alla fine di questa strada!)

Un’intervista profonda: l’opinione di Noemi Magugliani

Il venerdì, ventidue di gennaio, ho intervistato Noemi Magugliani, il “Italian Residence Advisor” e tutor per molti studenti sulle sue esperienze vivendo a Hanover. Lei è stata cui per cinque mesi e ha avuto tempo per conoscere le differenze tra due culture.

 

Aidan: “Ciao Noemi, grazie per quest’incontro. Ho solo poche domande per te riguardo a tue esperienze qui a Hanover. Prima, una domanda aperta per riscaldare l’acqua—Che pensi di Dartmouth? Hai pensieri generali? Ti stai divertendo? C’è qualche che ti ha arrabbiata?”

 

Noemi: “Mi sto divertendo molto. Dartmouth mi piace. È un lavoro interessante perché posso stare molto spesso con gli studenti. Che è una cosa che mi piace molto. Posso organizzare delle attività che mi interessano. Posso parlare di argomenti molti diversi. Drill a mattina è un po’… stancante però mi piace… e Dartmouth e molto diverso dall’università in cui ho studiato, quindi è sicuramente un’esperienza molto interessante per me.”

 

A: “Si, grazie. Eh, anche, c’è qualche cosa che le tue aspettative della città di Hanover o dell’università? E qualcosa ti ha colpito quando sei arrivata o che ancora ti preoccupa?”

 

N: “Allora devo dire che la città è molto piccola. Di solito… tutto quello che gli studenti fanno…a maggiore parte che quello che gli studenti fanno è all’interno dell’università. Mentre mi aspettavo qualcosa di più…fuori da Dartmouth. Invece devo dire che è quasi come se Hanover fosse Dartmouth. Quindi mi aspettavo forse qualcosa di più al livello di servizi nella città di Hanover che fossero fuori da Dartmouth. Ehm, delle cose che meno colpita… O bella domanda… Una delle cose… che più meno colpita è stato esperienza di una…di seguir un corso. Ehm, qui a Dartmouth devo dire si è per la dimensione delle classi che è inferiore rispetto a… che è molto inferiore in rispetto alla dimensione delle classi in Italia. Sicuramente la ottima qualità di insegnamento e anche una capacità degli studenti di soprattutto per le lingue di imparare velocemente e facilmente.

 

A: “E cosa pensi della cultura academica di Dartmouth? In quale mode gli stili e l’amministrazione sono differenti di quelli all’università italiana?”

 

N: “Quello che mi piace di Dartmouth è che offre veramente tante opportunità extraaccademiche oltre a un ottimo livello academico. Sono tutte opportunità extra che ci sono e ci mancano un po’ in Italia. In Italia il livello dell’università è molto alto. Quindi per questo mi ha sorpresa ma non particolarmente il livello di Dartmouth. Pero mi sorpresa la quantità di conferenze, seminari, opportunità di viaggiare all’estero di studiare fuori—tutte queste cose. Sono rimasta piacevolmente sorpresa da tutto questo. Ehm…mi…si queste sono le cose che mi hanno colpato di più. Poi il livello di… l’Hopkins Center è bellissimo. È una cosa che in Italia manca totalmente e [anche] un collegamento tra le università…

 

A: “O, davvero?”

 

N: “Le strutture extrauniversitarie ci sono…ma molto molto poco. Mentre qui pur essendo una città piccolissima, c’è un centro che offre film, spettacoli, concerti, di tutto.”

A: “Si.”

 

N: “E anche al livello di cosa che non c’è in Italia… che può sembrare un po’ stupido però secondo me serve a creare uno spirito di appartenenza di gruppo sono tutti i club che ci sono qui e anche gli sport. In Italia è rara trovar un’università che abbia delle squadre cosi presenti nella vita universitaria.”

 

A: “E, da questo—cosa pensi della vita sociale a questa università nei boschi di New Hampshire? E, secondo te, come andrebbe…scusami…la vita universitaria qui se saremmo in centro della città come Milano? E secondo te, sarebbe meglio o peggio?

 

N: “La vita sociale di uno studente di Dartmouth è abbastanza limitata ad altri studenti da Dartmouth. Cosa che invece in Milano per esempio, non succede, molto raro. A Milano, si esce con compagni di università, ma si esce soprattutto con amici che frequentano un altra università di Milano. Per esempio, io ero dalla [università] Statale, pero uscivo molto spesso con ragazze di Politecnico, che quello studiavano… ehm…”

 

A: “Ingegneria, e… si”

 

N: “Non soltanto una materia diversa, cosa che succede a Dartmouth ma anche proprio in una struttura diversa con un’amministrazione diversa e con eventi diversi.”

 

A: “Sempre dimentico che non ci sono le università ‘Liberal Arts’ in Italia.”

 

N: “Esatto, e questa è un’altra cosa che mi piace molto di Dartmouth. Si possono in qualche modo scegliere due campi di studio relativamente diversi di loro e trovare poi una connessione. Mentre in Italia, abbiamo un sistema molto diverso per cui si sceglie già all’inizio un ‘major’…e si continua sul quel percorso per tre anni, o cinque anni, dipende. Mentre qui si può comunque variare molto. Per esempio si può prendere un ‘major’ in neuroscienze e un ‘minor’ in italiano, cosa che in Italia, impossibile.”

 

A: “Anche, mentre stiamo parlando della vita sociale, cosa pensi della maniera in cui regoliamo e vediamo l’alcol negli Stati Utili in generale e a questa università in particolare.”

 

N: “Mhm, in Italia, l’età legale per bere è sedici anni per la birra e gli alcolici leggeri. Diciotto per tutti gli altri alcolici quindi già c’è una differenza al livello di legge. Quello che mi ha sorpresa…non ho frequentato molto…la vita sociale notturna di Dartmouth, pero sono stata a qualche festa organizzata dai ‘grad student’ ed è incredibile come…in alcuni locali in una festa ci sia l’alcol gratuito…e…in quantità industriali. (Risate delle due). È una cosa che in Italia è più rara. Ehm… è un po’ uno shock all’inizio, per esempio in Italia raramente chiedono i documenti quando si compra la birra o il vino o questo cosa, mentre qui lo chiedono spesso. Ehm…non so…non ho… un’opinione un po’… controversa sull’alcol, ma perché penso che ventun anni è un’età eccesiva, come limite. Ma anche perché poi andando in giro per il campus ci si rende conto che comunque non è sempre rispettata questa limita di ventuno anni.”