Un’intervista con Biondo Biondi

Ho intervistato un amico dei miei genitori che si chiama Biondo Biondi (un nome eccellente, no?) Biondo è un professore a Stanford University e quindi vive a Palo Alto, CA. Lui ha visitato Dartmouth, ma non lo ricorda bene, quindi noi abbiamo deciso di parlare della sua vita a California.

Emma: Quando ti sei trasferito negli Stati Uniti d’Italia?

Biondo: Nel 1985. Trent’anni fa.

E: E perché?

B: Per studiare.

E: Nell’università?

B: Nell’università. Sono venuto a fare un PhD qua a Stanford.

E: Quando sei arrivato negli Stati Uniti, qual era la cosa che differiva di più della tua vita italiana?

B: Il cibo! E anche… la gente, il clima, l’università…tante cose differenti!

E: E le differenze, erano interessanti, positive? O eri triste di essere qui?

B: Ero contento, ho dovuto lavorare tanto, studiavo, lavoravo tanto, ma mi piaceva; le differenze…c’erano alcune cose positive, alcune negative; mi mancava la famiglia e gli amici che erano lontani.

E: Negli Stati Uniti, avevi una comunità italiana, all’università o fuori dell’università?

B: No…ma avevo alcuni amici italiani, sì, che ho incontrato giocando a calcio. E poi, abbiamo fatto amicizia; giocavamo a calcio, siamo andati a sciare, e poi, uno con uno, sono andato a vivere insieme come studenti, abbiamo vissuti insieme qualche anno, come studenti.

E: Parlavi italiano con gli amici italiani?

B: Sì, ma no tantissimo perché spesso avevamo anche altri amici che erano americani, francesi, persiani, come Nazila [la sua moglie]!

E: Penso che tu abbia già risposto a questa domanda, ma vediamo: oggi, che cosa ti manca più di tutti d’Italia. Chiaramente, hai una famiglia e molti amici qui, ma cosa ti manca?

B: La famiglia italiana, e gli amici.

E: Può essere difficile spiegare ai tuoi amici americani com’è la vita italiana?

B: Mmm, no, perché molti dei miei amici americani hanno viaggiato in Italia, per cui, sanno alcune delle differenze tra la vita americana e la vita italiana.

E: Hai più cose che vuoi dire sulla transizione da Italia agli Stati Uniti?

B: Hmm…la cosa più difficile era la lontananza della famiglia, degli amici, e lavorare molto di più, come ho detto. Ma questo anche perché, come vedrai quando inizi a lavorare o a fare le “graduate school,” uno finisce per lavorare di più che a liceo o a scuola. Qui dipende anche della fase della vita.

E poi, avevo fatto degli amici americani. È stato un po’ difficile con la lingua, modo di pensare differente, ma come sai, alcuni dei miei amici americano che sono durati tutto la vita sono i tuoi genitori.

E: Aww! E un’altra domanda: quando hai deciso di vivere negli Stati Uniti dopo l’università?

B: A l’inizio, subito dopo, Nazila e io pensavamo di andare, di trasferirci a Parigi. Poi….siamo rimasti qua, e poi, sai, una volta che hai il lavoro, gli amici, la famiglia…questa qui è la mia seconda casa, anzi, oggi io ho vissuto più in California che ho vissuto in Italia. Poi magari sono più californiano che italiano!

E: Sì! Puoi andare in Italia frequentemente, o no?

B: Sì, vado in Italia due o tre volte all’anno.

E: A visitare la famiglia?

B: Visitare la famiglia, in vacanza, per lavoro, quando posso andare. Per esempio, prima di Natale, io sono andato per lavoro in Francia, e sono andato a Milano a visitare la famiglia, la fine settimana prima e la fine settimana dopo. Quando sono in Europa, appena posso, passo in Italia.

E: Bene! Grazie mille per avermi parlato!

B: Prego!

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