Studio di Nazione Indiana

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Seguendo il gruppo collettivo di scrittori (i cinque Wu Ming ed i loro lettori), adesso cambio marcia e parlo di un blog collettivo che Giulia Iannuzzi ha indagato che si chiama Nazione Indiana. Questo gruppo nasce nel 2003 dopo che un convengo di “uomini di cultura” decisero di scrivere in tempo di guerra. Oggi, il sito gestisce un blog sul quale i membri caricano opere di scrittura e di letteratura in varie forme – le poesie, gli articoli, i saggi su qualsiasi topico per il quale esista un autore che voglia scriverne. Allora, vuol dire che su Nazione Indiana esiste una ricchezza enorme di opere scritte. Ricordando che tutti questi contenuti sono disponibili a leggere, immagino Nazione Indiana come un museo pubblico dove gli artisti mettono i propri lavori per essere ammirati e non necessariamente per guadagnare qualche denaro.

I collaboratori del gruppo, mentre scambiano i loro lavori, inoltre si scambiano opinioni e feedback. Su ogni articolo, visitatori al sito vedono le risposte degli altri autori del sito e pure i commenti lasciati dagli altri visitatori. In questo caso, penso a Nazione Indiana come un salotto di intellettuali (forse alcuni amatoriali) aggiornato per l’epoca corrente – l’avvento dell’internet ha portato con sé la capacità di raccogliere tutte le opere scritte e di metterle tutte insieme in un’unico posto che ognuno possa accedere quando vuole. Ma un vantaggio della bellissima tecnologia della rete è che si possono includere per tutto l’articolo altri media come i link, i video, e le foto per nominarne alcuni.

Un elemento fondamentale, infatti, del sito Nazione Indiana è l’inclusione dei link – entrambi in ogni parte delle scrittura e alla fine dell’articolo o dell’opera. I link che appaiono per l’articolo sono i link standard; se si clicca su uno link, viene trasferito in un altro posto della biblioteca digitale internet. Ma i link che seguono gli articoli meritano parlarne; portano l’utente a altri lavori rilevanti rispetto all’articolo appena letto. Funziona come Buzzfeed nel senso che ci si può perdere nel mare di articolo dopo articolo. Più bello è che si potrebbe cominciare il viaggio letterario digitale leggendo un articolo sulla mafia, segue poi un link a una recensione del libro Gomorrah di Roberto Saviano, segue poi dopo un altro link a delle poesie della Mafia, e poi avanti segue ancora più link fino ad nauseam. In questo senso, riporta all’attenzione la struttura dell’internet come una ragnatela, come se fossimo le mosche ed gli scrittori fossero i ragni.

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