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Uno sguardo al cibo

Alla Coop o da FOCO. Come Palomar nel negozio di formaggi, scegli e/o fatti scegliere da un cibo. Racconta la tua esperienza e il tuo sguardo sul cibo (e del cibo su di te…) ispirandoti alle pagine di Calvino.

5 thoughts on “Uno sguardo al cibo

  1. Sarah Peck

    Un biscotto con gocce di cioccolato

    Entro da Foco. Lascio la mia giacca nello scompartimento, e comincio la passeggiata in questa metropoli del cibo. È l’ora di punta; le persone si affrettano, avanti e indietro muovendosi come uccelli alla mangiatoia appena riempita di sementi.

    Immediatamente, l’odore dei dolci mi assale con un aroma allettante. I biscotti con gocce di cioccolato se ne stanno in attesa nella loro innocente crudeltà. Il cioccolato è come una tentatrice, che grida “mangiami!” prima della cena. Conosco le persone che prendono uno di quei bei biscotti all’inizio della passeggiata di Foco, solo per stuzzicare le papille gustative durante la ricerca del pasto. Sono i biscotti cosiddetti di “browsing”, mangiati velocemente, senza il momento sacro d’incontro con la bocca in cui si apprezza il loro gusto squisito.

    Poco lontano dai dolci si trovano le verdure e gli ingredienti per l’insalata. Penso alla relazione fra questi due stazioni del cibo che si guardano, da due lati opposti. È un’unione difficile e un rapporto faticoso, il matrimonio geografico fra i dolci e l’insalata. La nutrizione e l’indulgenza, tutte e due sono all’entrata come un angelo e un diavolo sulle spalle. Gli spinaci, i piselli, i peperoni, i pomodori stanno nei loro piccoli compartimenti come un arcobaleno di colore. Proprio di fronte ci sono i biscotti freschi dal forno, le torte, il budino ed i brownie, tutti con i loro profumi dolcissimi e forti.
    Dopo aver creato un’insalata ricca di gusti, lancio uno sguardo verso uno dei biscotti con gocce di cioccolato. Dubito che questo biscottino abbia mai incontrato l’insalata sullo stesso piatto, anche dopo mesi e mesi di sguardi lanciati dall’altra parte della corsia. Facilito l’incontro fra i due cibi opposti, e metto un biscotto sul piatto.

    Infine, sono insieme. Mangio i due con un apprezzamento grande e assaporo ogni boccone. La folla cammina velocemente intorno a me; gli “uccelli” di Foco cinguettando e strillando. Sono nel mio mondo tranquillo con i miei amici l’insalata e il biscotto con gocce di cioccolato. L’abbondanza a Foco può trasformarsi facilmente in eccesso e travolgerti. Comunque, se si rallenta il ritmo della vita, si possono apprezzare i momenti semplici con il cibo e la bellezza della moderazione presente in ogni boccone di un solo biscotto con gocce di cioccolato.

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  2. Sumner

    Entrando Foco, la disperazione è sempre evidente. La grande scelta può sopraffare i meno esperti. Tutti vogliono mangiare tutto, ma si deve limitare quello che mangia. È un peccato vedere i poveri giovani cedere ai dolci ad ogni pasto. C’è bisogno di una bocca esperta, per distinguere i cibi buoni dalle tossine. Ogni piatto ha una storia, e si dovrebbe sapere tutto del cibo prima di mangiarlo.

    Quando si entra questo museo dei cibi, la prima vetrina è per i dolci, quei biscotti che mangi, ma poi i biscotti ti mangiano. Sembrano come cose innocenti, marroni dorati e trasudano il cioccolato, ma non è bene mangiarli. È meglio lasciarli in pace, e avvicinarsi al prossimo vetrino, lo zuppo. Magari si crede che la zuppa sia un buon inizio al pasto, ma se si guarda com’è preperata, si vede che quel bel piatto di carote, tagliatelle e pollo è venuto da un sacchetto di plastica, ed i cuochi l’hanno scongelata solo momenti fa. Anche qui, si dovrebbe fuggire via dalla bugia.

    Lasciata la zuppa ci si trova davanti alla pizza. Vassoi, vassoi, e più vassoi di pizza, fresca e calda, seducente al palato. Ma anche i contadini sanno che non si mangia la pizza, per paura di crescere la pancia. Solo i giovani prendono tagli di pizza, e quelli sfortunati che non hanno tempo per un pasto rispettabile. E via si va, ai cibi fritti. Pollo fritte, patate fritte, anche le verdure fritte! Non c’è bisogno di dire quanto è male per la salute. Mi sembra che Foco stia provando ucciderci con queste tossine. Non è l’arte, è una troppola per gli innocenti!

    Poco più in là è la mostra dell’insalata. Finalmente, si è trovato un bel piatto. Senza altri cibi, è certo che sia bene prendere quattro o cinque chili dell’insalata. Una scelta buona. Non ci si preoccupa sia un pasto noiso, o banale. Mangiare bene è un regalo, si deve essere forti per evitare tutte le distrazioni dal tuo pasto; l’insalata asciutta e l’acqua. Un esperto sa che Foco non è un museo d’arte, ma un negozio degli orrori!

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  3. Alex

    Una volta la settimana, il mio amico ed io andiamo al COOP e compriamo ingredienti per fare un piatto ispirato a New Orleans. Questo pasto è fatto di fagioli rossi, riso bianco, e salsiccia. Il mio amico è di New Orleans e gli manca il cibo piccante e saporito dalla sua città natale, quindi cerchiamo di ricrearlo spesso. Quando arriviamo alla COOP, prendo un carrello della spesa e andiamo attraverso le diverse corsie: nella corsia delle verdure, prendiamo una cipolla; nella corsia dei latticini, scegliamo il burro; nella corsia della carne, compriamo salsiccia e, qualche volta, il maiale; nella corsia di pasta e riso, prendiamo riso bianco e una lattina di fagioli rossi. Il mio amico mi dice che la parte più importante di questo piatto sono i condimenti, che dà il sugo tutto il suo sapore e spezia. Pertanto, la nostra ultima fermata è sempre la corsia con le spezie, che contiene scaffali pieni di diversi tipi di spezie ed erbe aromatiche, alla fine del corridoio.

    Quando arriviamo a questa parte della corsia, il mio amico sa esattamente quello che vuole. Comunque io sono stordita. Ci sono tanti tipi diversi di condimenti. Primo, apro il pepe e sento l'odore. Questa semplice spezia mi trasporta a Roma in un ristorante nel quartiere vicino al Vaticano. Mi ricordo che mangiare lì uno dei piatti famosi di Roma, “cacio e pepe,” e può gustare la combinazione del formaggio e pepe sulla mia lingua. Durante il mio sogno ad occhi aperti, sento il condimento italiano chiama il mio nome. Lo tolgo dallo scaffale e sento l'odore. Questo condimento italiano mi ricorda di fare polpette con mia madre. Posso sentire la carne fredda nelle mie mani quando formo una piccola palla e metto in olio caldo sul fornello. Posso sentire l'odore della carne durante la cottura, e finalmente posso gustare la deliziosa, polpetta perfetta nella mia bocca. Sento più e più nuove spezie chiamano il mio nome, e mi rendo conto che non posso cominciare a indicare o immaginare i piatti appetitosi che devono creare.

    Improvvisamente, una coppia di anziani colpisce il mio carrello con loro, e mi toglie la mia meraviglia e lo stupore. Mi chiedono di passare al lato della corsia, in modo che possano passare troppo. Guardo il mio amico che sta già raccogliendo le spezie che avremo bisogno: Tony Chachere’s originale condimento creolo, pepe, peperoncino tritato, condimento siciliano, e peperoncino in polvere. Egli li mette nel nostro carrello, e mi procedo oltre la corsia con le spezie alla cassa.

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  4. Lisa

    Camminando attraverso la porta, sono stata accolta dalla vivacità del banco dell’insalata. Tutti i colori sono rappresentati qui—pomodori e peperoni rossi, carote arancioni, fagioli gialli, spinaci e lattuga verdi, barbabietole viola. Ogni verdura sta adagiata nella sua propria scatola bianca, un rete di colori perfetti. È veramente una tavolozza per il creatore di insalate: mescola i colori come vuole.

    Alla destra c’è il banco delle pizze: salsiccia, pollo e pancetta, prosciutto e ananas, pomodoro e mozzarella, e formaggio semplice. C’è anche la pizza vegana, una cosa che mi confonde. Se non si mangiasse il formaggio, perché si mangia una cosa che fa finta di essere formaggio? Perché non si mangia qualcos’altro? La pizza vegana mi dà confusione.

    Un po’ più dentro, ci sono le sezioni dei piatti preparati. Ce n’è uno per i vegetariani e un altro per le persone che mangiano la carne. Oggi, c’è il pollo cordon bleu: cento pezzi di pollo impanato, terribilmente uniformi e rettangolari, in linea e pazientemente in attesa di essere scelti. L’uniformità richiama gli occhi a loro più di altro. Li rende così lontani dalla loro forma originale, un uccello.

    Poi, c’è il banco dei cibi fritti, in contenitori metallici—petti di pollo fritti, crocchette di pollo fritte, e panini di formaggio alla griglia—tutti lo stesso colore di beige sotto le luci gialle. Vicino a questo c’è la stazione della carne senza nessun altro condimento: salmone, pollo, e hamburger. Questo è buonissimo perché permette un po’ di creatività. La carne qui è una tela vuota che potrebbe essere dipinta, mentre i piatti preparati sono stampe prodotte industrialmente.

    La sezione dei dolci è molto visibile, e così è impossibile evitarla. È mostrata come la finestra di un negozio di caramelle. Scaffali del vetro illuminano la frutta zuccherina, le torte, il tiramisù, e i pani dolci. I biscotti si crogiolano nella loro stessa luce calda, e gli studenti prenderli avidamente e li fanno cadere sui piatti mentre sbriciolano dalla spatola.

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  5. Olivia Evans

    La gioielleria di cioccolata

    Io sono nella cioccolateria di Hanover. Manca solo una settimana alla festa di San Valentino, e il negozio scoppia di clienti. I clienti, per la maggior parte maschili, fissano nelle vetrinette—piene di file di cioccolatini abbaglianti. Aspettano il servizio del commesso che li aiuterà a scegliere un assortimento di cioccolatini ideale per le loro amanti. Il commesso fa delle domande molto particolari ai suoi clienti: Com’è la personalità della sua cara? Quando è il suo compleanno? Da quanto tempo sono insiemi? Cos’è più importante – il gusto o il design? Preferisce lei il cioccolato fondente o il cioccolato al late? Le piacce la frutta? Un po’ di marzapane o niente? Quando la scatola perfetta di cioccolatini è stata scelta, il commesso l’avvolge con carta da regalo fine e un nastro di qualsiasi colore dell’arcobaleno. Poi, il cliente può selezionare una di cinquanta carte di Hallmark per esprimere ulteriormente il suo amore.

    Come si può vedere questa cioccolateria non è una cioccolateria normale. Sfortunatamente non è neanche la cioccolateria mistica e magica del film Chocolat con Johnny Depp. Questo negozio, invece, è una vera gioielleria di cioccolata. Il modo in cui tutti i cioccolatini brillano nelle vetrine, sono collocati nelle loro scatole, e sono poi presentati come regali d’affetto li rendono dei piccoli gioielli edibili. Siamo ad Hanover, poi dobbiamo ricordare che questo negozio non è un Tiffany & Company di cioccolata, neanche un Kays di cioccolata. È più come l’Amidon Jewelers di cioccolata (la gioielleria sull’altro lato della strada). I cioccolatini venduti qui non sono i cioccolatini più sofisticati, raffinati, né costosi del mondo, ma si sa che ogni cioccolatino è stato selezionato personalmente e attentamente con amore. C’è un rapporto intimo con il cioccolato qui – con l’assistenza del commesso, tu scegli la cioccolata e la cioccolata anche te sceglie.

    Allo stesso momento, c’è una vera geografia in questi cioccolatini. Con tutte le sue origini differenti, i cioccolatini vengono a formare un atlante del mondo. Sul lato destro del negozio, abbiamo cioccolatini europei dal Belgio, la Francia e l’Italia. Dopotutto, che tipo di cioccolateria non vanta Cote d’Or, La Maison du Chocolat, Bonnat, Venchi, e Amedei? Sull’altro lato del negozio, ci sono cioccolatini di tutti i paesi latinoamericani—Askinosie dal Ecuador, Domori dal Venezuela, e Taza della Reppublica Dominicana. Ci sono anche dei cioccolatini africani dal Madagascar (Medacasse) e dalla piccola isola di São Tomé e Principe (Claudio Corallo). Finalmente, dei cioccolatini locali di New Hampshire e Vermont decorano il banco all’entrata. In generale, quando si metta piede nella cioccolateria di Hanover, si entra nella cioccolatopoli—il centro e la capitale scintillante del mondo di cioccolata.

    Ho camminato nella cioccolateria in primo luogo perché, sai, ci sono semplicemente quelli giorni quando hai bisogno di un pezzo di cioccolata (o due o tre o dieci pezzi) e una panca per mangiare la cioccolata in solitudine. Sono uscita dal negozio con una busta di piccoli gioielli e souvenir come se io avessi viaggiato per tutto il mondo. La cioccolata è veramente il migliore regalo, il migliore rimedio per tutto.

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